“Sulla durata della legislatura non decide il governo, ne discutono il Parlamento e le forze politiche”. Lo ha detto Paolo Gentiloni da Lisbona, a margine del vertice Euro-Med. Parole che arrivano al termine di una settimana in cui, complice la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum, il dibattito sul voto è tornato ad accendersi.
Partiti divisi
Le posizioni dei partiti sono note: da una parte il trittico formato da renziani-Fdi/Lega e M5s, che chiede di andare le urne in primavera, dall’altra la minoranza Pd, Forza Italia ed Ncd, che vorrebbero un sistema elettorale omogeneo e non frutto di due distinte decisioni della Consulta. Visione, quest’ultima, che rispecchia quella di Sergio Mattarella. Nel mezzo c’è lui, Gentiloni, intenzionato a portare avanti il percorso di riforme ma destinato a svolgere il ruolo del precario. Per quanto tempo non è ancora chiaro. Molto dipenderà da Matteo Renzi che, tuttavia, nel giorno della sentenza sull’Italicum, ha rotto il silenzio pubblicando sul suo nuovo blog un post dal titolo esplicito: “Il futuro, prima o poi, ritorna”.
Salvini-Meloni: “Voto subito”
Strano ma vero, l’ex premier trova nella sua battaglia per le urne degli alleati inaspettati, come Matteo Salvini e Giorgia Meloni che hanno sfilato a Roma al grifo di: “Subito al voto”. “Qui c’è l’Italia che vuole tornare a votare e difendere la sua identità e che ha bisogno di più sicurezza e che chiede di chiudere le frontiere e vuole investire sulla famiglia – ha scandito dal palco la segretaria di Fdi -. Non c’e’ spazio per l’ambiguità c’è bisogno di coerenza”. Il soggetto politico che i due leader vogliono costruire segue la strada già tracciata dalla Brexit, Le Pen e Trump. “Mi piace pensare che Italia sovrana possa essere la proposta politica con cui ci candiamo alla guida del paese. Chiedo a chi c’era oggi e che non c’è ma che è interessato: chi ci da una mano? Chiedo a tutti di fare uno sforzo mettere insieme le proposte concrete, fare un manifesto, celebrare le primarie e andare a far vincere l’Italia sovrana”. “Della legge elettorale non me ne può fregare di meno – ha detto Salvini -. Qui bisogna andare a votare il prima possibile con qualunque legge elettorale”.
Fischi per Brunetta
Bisognerà capire se i sovranisti troveranno spazio nell’alveo del centrodestra o se correranno da soli, come già avvenuto alle amministrative romane della scorsa primavera. Le distanze con Forza Italia, al momento, sembrano incolmabili come dimostrano i fischi nei confronti di Renato Brunetta nel momento in cui è salito sul palco del comizio. L’ex ministro non si è lasciato intimorire e ha ribadito il Berlusconi pensiero: “Il centrodestra è plurale. Possiamo vincere anche domani, bisogna omogeneizzare le due leggi e andare al voto, io voglio il centrodestra vittorioso. Non voglio il governo di Renzi, chiunque divide il centrodestra vuole il governo di Renzi. Io voglio Renzi a casa. Sono stato fatti tanti errori nel passato ma se noi continuiamo negli errori lasciamo vincere Renzi e il cosiddetto partito della nazione, se non lo volete dovete volere il centrodestra di governo. Chi non vuole il centrodestra unito si assuma le sue responsabilità“.