Una cosa è augurare una proficua opera per una difesa umana e cristiana, altro è impartire una “benedizione” sul tema dei gender. Il polverone sollevato sulle presunte aperture del Papa, gioca tutto su questo equivoco, quando in realtà non c’è nessun cambiamento di rotta. Nel testo originale infatti non c’è – come certa stampa sta affermando in queste ore – l’esortazione generica ad andare avanti, ma ci si auspica “di lavorare nell’educazione dei giovani diffondendo i valori umani ed evangelici”.
Francesca Pardi, fondatrice con la compagna Maria Silvia Fiengo, della casa editrice per bambini Lo Stampatello, ha raccontato infatti all’Ansa – e ha postato su facebook – di aver ricevuto una lettera del Pontefice dopo l’invio di una sua missiva: ”Mi ha auspicato ad andare avanti e mi ha impartito la benedizione”, ha detto la scrittrice nell’occhio del ciclone gender dopo la messa all’indice dei libri da parte del sindaco di Venezia.
Ma le cose non stanno come vengono descritte. Il pensiero del Papa sulle teorie gender non cambia, ed è stato espresso nettamente in diverse occasioni: lo scorso 8 giugno in occasione dell’incontro con i vescovi di Porto Rico, ricevuti in visita ad Limina, ha detto: la “complementarità tra un uomo e una donna vertice della creazione divina, viene messa in discussione dalla cosiddetta ideologia gender, in nome di una società più libera e più giusta”. In realtà, ha avvertito Francesco, “le differenze tra uomo e donna non sono per la contrapposizione o la subordinazione ma piuttosto per la comunione e la generazione, sempre a immagine e somiglianza di Dio”. “Senza il reciproco contributo – aggiunge – nessuno dei due può comprendersi in profondità”.
Nell’udienza generale del 15 aprile scorso è stato anche più netto: “Io mi domando – ha detto Francesco – se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione”.
Le interpretazioni sulla presunta apertura della Chiesa rispetto a questo tema sono esclusive considerazioni della Pardi, che spera – dice lei – “che questo gesto avvii un cambiamento di toni sul tema delle famiglie ‘altre’, un maggiore rispetto per persone come me in un momento in cui ci sentiamo oggetto di una crociata”.
La scrittrice aveva mandato a giugno al Papa una lettera con l’intero catalogo dei libri editi da Lo Stampatello sperando in una lettura. ‘”Non troverebbe, tra queste pagine – aveva scritto – neanche l’ombra di quella teoria del gender di cui questi libri sarebbero lo strumento principale: dov’è che diciamo ai bambini che possono scegliere il proprio genere? Dove parliamo loro di sesso?'”.
Poi è arrivata la lettera di mons. Peter B. Wells dell’ufficio preposto a rispondere a chiunque da ogni parte del mondo si rivolga alla Sede di Pietro. Manipolare una rispettosa risposta, travisandola per darla in pasto ai media mettendo in bocca al Papa ciò che non ha mai detto, è dunque soltanto l’ennesima strumentalizzazione.