È avvenuta la prima telefonata tra il presidente dell’Egitto e dell’Iran. Durante la loro discussione hanno parlato dei recenti sviluppi a Gaza e della prospettiva di ripristinare dei rapporti diplomatici tra i due Paesi. Nonostante abbiamo sempre mantenuto dei contatti diplomatici, le relazioni tra Egitto e Iran negli ultimi anni sono state generalmente tese.
La posizione dei Guardiani della Rivoluzione iraniana
L’Iran ha minacciato la chiusura del Mediterraneo per quelli che definisce i crimini israeliani a Gaza. Un comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniana ha affermato che il Mar Mediterraneo potrebbe essere chiuso se gli Stati Uniti e i loro alleati continueranno a commettere “crimini” a Gaza, secondo quanto riferito dai media iraniani, senza spiegare come tale chiusura potrebbe realizzarsi.
“Si aspettino presto la chiusura del Mar Mediterraneo, dello Stretto di Gibilterra e di altri corsi d’acqua”, riferisce l’agenzia Tasnim – rilanciata da Reuters – citando il generale di brigata Mohammad Reza Naqdi, comandante coordinatore delle Guardie. L’Iran stesso non ha accesso diretto al Mediterraneo e non è chiaro come i Guardiani della Rivoluzione possano tentare di chiuderlo, anche se Naqdi ha parlato di “nascita di nuove potenze di resistenza e chiusura di altre vie d’acqua”. “Ieri il Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz sono diventati un incubo per loro, e oggi sono intrappolati nel Mar Rosso”, ha detto Naqdi.
Stop ai rifornimenti ad Israele
E’ sceso in campo anche la Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che ha invitato i Paesi musulmani a impedire la consegna di carburante e altri prodotti a Israele, che – a suo dire – “impedisce l’entrata di acqua nella Striscia di Gaza“.
“Le nazioni musulmane dovrebbero chiedere ai loro regimi di interrompere l’assistenza a Israele e di rompere i rapporti”, ha detto Khamenei, in un incontro con cittadini delle province di Khuzestan e Kerman a Teheran.
La telefonata
I presidenti di Egitto e Iran hanno discusso dei recenti sviluppi a Gaza e della prospettiva di ripristinare i rapporti diplomatici tra i due Paesi in quella che la televisione di stato iraniana ha definito essere la loro prima telefonata.
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha chiamato il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi. I due leader si sono incontrati per la prima volta a novembre a margine del vertice straordinario congiunto arabo-islamico a Riad.
“Raisi ha detto che l’Iran è pronto a fornire tutte le sue capacità per fermare il genocidio del regime sionista e inviare aiuti ai palestinesi”, hanno riferito i media statali.
Le relazioni tra Egitto e Iran sono state generalmente tese negli ultimi decenni, sebbene i due Paesi abbiano mantenuto alcuni contatti diplomatici. Il loro appello fa seguito ad altre iniziative intraprese dai governi della regione negli ultimi mesi per allentare la tensione.
L’Arabia Saudita, alleato arabo sunnita dell’Egitto, e l’Iran sciita hanno ristabilito le relazioni diplomatiche all’inizio di quest’anno, mentre il Cairo ha ricucito una spaccatura con il Qatar e ristabilito i legami con la Turchia.
L’attacco aereo su Gaza City
Intanto un attacco aereo israeliano ha ucciso 76 membri di una famiglia allargata a Gaza, hanno riferito responsabili dei soccorsi all’Associated Press. L’attacco, avvenuto ieri, contro un edificio a Gaza City è stato tra i più sanguinosi della guerra tra Israele e Gaza, ha detto Mahmoud Bassal, portavoce del dipartimento di protezione civile di Gaza. Bassal ha fornito un elenco parziale dei nomi delle persone uccise famiglia al-Mughrabi, tra cui ci sono anche donne e bambini.
Tra i morti c’erano Issam al-Mughrabi, un veterano del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, sua moglie e i loro cinque figli. “La perdita di Issam e della sua famiglia ha colpito profondamente tutti noi. Le Nazioni Unite e i civili a Gaza non sono un obiettivo”, ha affermato Achim Steiner, il capo dell’agenzia. “Questa guerra deve finire”.
Nessun posto è sicuro
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Unrwa, ha denunciato che l’ultimo ordine di evacuazione israeliano per i civili nella Striscia di Gaza centrale li costringerebbe a trasferirsi in aree “dove sono in corso attacchi aerei“. Con la conclusione che ormai per la popolazione “nessun posto è più sicuro”. Secondo le Nazioni Unite, circa 1,9 milioni di persone sono state sfollate a causa della guerra.
Infine Hamas sostiene di aver perso i contatti con il gruppo che teneva in ostaggio cinque israeliani dopo un bombardamento dell’esercito dello Stato ebraico.
Secondo il comunicato diffuso da Hamas, riferisce Reuters, si ritiene che il gruppo e gli ostaggi siano stati uccisi in un raid israeliano.
Fonte: Agi