Sarebbero due le vittime dell’attacco israeliano alla parrocchia latina di Gaza, sotto il fuoco dei cecchini da diverse ore. Cinque i feriti.
Gaza, la parrocchia Sacra Famiglia è sotto attacco
La parrocchia latina di Gaza è da un paio d’ore sotto attacco. I cecchini stanno sparando e ci sarebbero al momento due morti e cinque feriti. E’ quanto riferiscono fonti del Patriarcato latino di Gerusalemme, rendendo noto che questa notte un tank israeliano aveva sparato verso la casa delle suore di Madre Teresa. E’ stato distrutto il generatore che ha preso fuoco con gravi danni. Una religiosa è rimasta ferita alla gamba. Ora “tutto il complesso della Sacra Famiglia è circondato” e “le operazioni militari sono proprio a ridosso”, riferiscono le stesse fonti. “Sono momenti di panico nella parrocchia di Gaza, stanno attaccando il complesso e la paura, soprattutto tra i bambini e gli anziani, è incredibile. Tutti sono a terra per paura di essere colpiti”. Sono le concitate informazioni che arrivano dalla parrocchia cattolica di Gaza, la Sacra Famiglia, dove da due mesi sono rifugiate circa 600 persone. Secondo le stesse fonti i cecchini sparano a chiunque si muova all’interno della parrocchia, un compound di diversi edifici. I due morti sarebbero due donne, mamma e figlia, che si erano spostate dalla chiesa per raggiungere i bagni. Le informazioni arrivano frammentarie perché la connessione è a singhiozzo.
La parrocchia della Sacra Famiglia
La parrocchia latina della Sacra Famiglia a Gaza, che in queste ore è circondata dall’esercito israeliano e sotto il tiro di cecchini, secondo quanto riferito all’ANSA da fonti della Chiesa cattolica locale, è l’unica parrocchia cattolica della Striscia. I fedeli normalmente erano circa 150 ma dallo scoppio della guerra, il 7 ottobre, la parrocchia accoglie circa settecento persone anche perché le strutture di altre chiese cristiane erano già state attaccate e in alcuni casi distrutte. E’ la parrocchia che quotidianamente riceve la telefonata di Papa Francesco. A parlare con il Pontefice è normalmente suor Nabila Saleh. A reggere la parrocchia in questo contesto così difficile è il vice parroco Jusuf Asad, dal momento che il parroco, l’argentino padre Gabriel Romanelli, il 7 ottobre era fuori Gaza per acquistare delle medicine e non vi ha potuto più fare ritorno. Il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, si sarebbe subito attivato con le autorità israeliane che comunque non hanno fermato l’operazione. In questi due mesi, nonostante gli avvertimenti dell’esercito israeliano, che considera la zona della parrocchia un obiettivo militare, di fatto la Sacra Famiglia è rimasta una sorta di zona franca. Era stata uccisa solo una anziana cristiana che era uscita per andare a vedere in quali condizioni fosse la sua casa. “Secondo le informazioni trapelate, l’operazione sarebbe scattata per la presunta presenza di un lanciamissili nel complesso”, riferisce l’Osservatore Romano che rilancia oggi la notizia in prima pagina.
Fonte Ansa