Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con papa Francesco sulla crisi israelo-palestinese. Lo riferisce la Presidenza di Ankara, secondo cui il leader di Ankara ha chiesto al pontefice un impegno comune di “musulmani, cristiani e dell’umanità intera” per fermare il “massacro” in atto contro i palestinesi. Intanto le organizzazioni per la Palestina hanno lanciato una iniziativa globale per dedicare la giornata di martedì a manifestazioni di solidarietà in tutto il mondo.
Gaza: al Jazeera, almeno 55 raid israeliani nella notte
Proseguono intanto gli scontri tra esercito israeliano e palestinesi. Sono stati almeno 55 gli attacchi aerei sferrati questa notte da Israele sulla Striscia di Gaza, secondo testimoni e giornalisti sul campo sentiti da al Jazeera. Bombardamenti “più pesanti, su un’area più ampia e durati più a lungo” rispetto ai raid di ieri, in cui erano stati uccisi 42 palestinesi.
Tra gli obiettivi, diverse basi militari e della sicurezza nel territorio palestinese, ma anche alcune aree deserte a est di Gaza City. In città è stato bombardato anche un edificio di quattro piani, ma i primi rapporti indicano che l’edificio era stato evacuato prima dell’attacco. Al momento non vi sono notizie di vittime.
Gaza: in attacco Israele ucciso medico al-Ouf e famiglia
In uno degli attacchi compiuto da Israele nella Striscia è morto il medico Ayman Abul Al-Ouf, e con lui la moglie e 5 figli. Lo ha reso noto il ministero della sanità di Hamas secondo cui i loro corpi sono stati portati all’ospedale Shifa dove il professore era una figura di primo piano, noto anche nella comunità medica internazionale. L’attacco – dove sono rimasti feriti decine di palestinesi – è avvenuto nella notte di sabato scorso nella via Al Wahda a Gaza City a 200 metri dell’ospedale. In memoria di al-Ouf, la struttura gli ha intitolato una delle sue sale.
Palestinese cerca di investire soldati in Cisgiordania
Un palestinese ha cercato oggi di travolgere dei soldati israeliani al posto di blocco di Huwara, presso Nablus (Cisgiordania). Lo ha riferito il portavoce militare secondo cui i soldati sono rimasti illesi e l’assalitore è stato arrestato.
Ieri, un episodio analogo si era verificato a Gerusalemme est, nel quartiere di Sheikh Jarrah dove da settimane è in corso un braccio di ferro fra la popolazione palestinese e le autorità per lo sfratto imminente di alcune famiglie. Un palestinese aveva travolto con la propria automobile agenti di polizia ferendone sei ed era stato colpito a morte dalle forze dell’ordine.
Sisi esorta la fine degli scontri fra Hamas e Israele
Anche il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, è intervenuto sulla questione palestinese. Sisi ha esortato a una fine degli scontri fra Hamas e Israele e ha segnalato che si spera in un “atto comune” che riporti la pace. “Sisi: bisogna che la calma torni immediatamente e con urgenza, che la violenza e le uccisioni finiscano”, ha scritto Al Arabiya su twitter e in sovrimpressione riportando dichiarazioni del leader egiziano. “Sisi: faremo ogni sforzo. C’è speranza in un atto comune che metta fine al conflitto”, scrive ancora la tv panaraba.
Le dichiarazioni sono state rese ieri sera a giornalisti a Parigi dove il capo di Stato egiziano partecipa alla conferenza sul Sudan, precisa l’agenzia egiziana Mena. Dopo aver sottolineato che la situazione nella Striscia di Gaza richiede urgentemente una fine del conflitto, Sisi ha affermato che “l’Egitto sta compiendo sforzi in questo quadro e l’attuale speranza risiede in un atto collettivo per porre fine alla violenza”, riporta l’agenzia.
Il Cairo – scrive Ansa – si è sempre profilato come un mediatore fra Palestinesi ed Israeliani. L’Egitto infatti, Paese a maggioranza islamica, ha rapporti con Israele fin dal 1979 e fino all’agosto scorso era l’unico Stato arabo ad intrattenerli assieme alla Giordania (quest’ultima dal 1994).
Unicef: “57 bambini uccisi nell’ultima settimana”
“Mentre l’ultima grave escalation del conflitto israelo-palestinese raggiunge una settimana, e dopo che il Consiglio di Sicurezza si è riunito ieri per discutere degli ultimi sviluppi sul campo, rinnovo il mio appello per una fine immediata della violenza. Nell’ultima settimana, almeno 55 bambini nello Stato di Palestina e 2 bambini in Israele sono stati uccisi“. Lo scrive in una dichiarazione il Direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore.
“La paura e la distruzione stanno aumentando da entrambe le parti – prosegue-. A Gaza, le scuole sono state distrutte, le case e gli uffici sono stati rasi al suolo e intere famiglie sono state sfollate. In Israele, scuole, case ed edifici sono stati danneggiati. La violenza, le uccisioni e l’odio devono cessare. I diritti umani internazionali e il diritto umanitario devono essere rispettati. I civili e le infrastrutture civili devono essere protetti. L’unica soluzione – conclude Unicef – è una soluzione diplomatica, per il bene di tutti i bambini e del loro futuro”.