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FRANE, 1 MILIONE DI ITALIANI A RISCHIO

Anche in estate l’Italia fa la conta dei morti del dissesto idrogeologico. A uccidere stavolta sono le frane. Le vittime di questo terribile fenomeno naturale negli ultimi giorni sono state tre, tra cui una ragazzina di 14 anni, sepolte vive da una massa di terra venuta giù il 4 agosto tra San Vito di Cadore e Cortina, nella Valle del Boite, in provincia di Belluno. E’ la furia della montagna che si scatena sull’uomo, agevolata, nella sua opera distruttiva dalle incompetenze e inefficienze politiche e amministrative. Come accaduto a Genova lo scorso anno con l’alluvione e come avvenuto, per rimanere in tema, a Sarno tra il 5 e il 6 maggio 1998, quando 2 milioni di metri cubi di fango distaccatisi dal Pizzo d’Alvano provocarono 160 vittime. Una carneficina che poteva, doveva, essere evitata.

I fatti di cronaca dimostrano che da allora poco è cambiato: basta qualche goccia di pioggia in più e il Bel Paese piomba nell’emergenza, costretto a mettere in campo risorse economiche ed umane per far fronte a questo o a quel disastro. Sempre dopo, ovviamente, quando i parenti dei morti stanno già piangendo la scomparsa dei propri cari.

Gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale evidenziano quanto le frane rappresentino una minaccia concreta e quotidiana. L'”Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia”, realizzato in collaborazione con le Regioni e Provincie autonome dello Stivale, ha censito ben 499.511 frane che hanno interessato un’area di 21.182 kmq, pari al 7% del territorio nazionale. La quota potrebbe sembrare minima ma non lo è visto che in queste aree geografiche vivono 1.001.174 persone, tutte egualmente in pericolo quando la natura si sveglia. In cima alla classifica regionale c’è la Calabria, con con 159.611 residenti a rischio, seguita da Marche (104.300) e Sicilia (95.931). La maggior parte degli smottamenti ha conseguenze limitate ma le vittime non mancano: solo nel 2014 sono state 211. Ci sono poi i danni di natura economica e strutturale che creano enormi disagi ai cittadini e ai comuni colpiti: l’Ispra ha stimato 6.180 punti di criticità lungo la rete stradale principale, di cui 720 lungo la rete autostradale. Mentre nei 16 mila chilometri di ferrovie sono stati individuate almeno 1.862 zone in cui il rischio di cedimento del terreno è elevato.

Per cercare di limitare i rischi connessi al dissesto idrogeologico, che comprende altri fenomeni naturali, il governo ha varato un piano da 1 miliardo e 303 milioni di euro a favore delle regioni per interventi al Nord e al Sud, prevalentemente nei grandi centri metropolitani. “I primi cantieri partiranno, in 10 città: Bologna, Cesenatico, Firenze, Genova, Milano, Olbia, Padova, Pescara, Venezia – ha spiegato il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti – gli altri li finanzieremo da qui a breve termine, a inizio dell’anno prossimo. Con questo piano affrontiamo le prime priorità con due criteri precisi: abbiamo scelto da una parte i cantieri che presentano un maggiore rischio per la popolazione, dall’altro lo stato di avanzamento dei cantieri”. L’obiettivo, ha chiarito il ministro, è premiare i Comuni e le Regioni che hanno i progetti in stato avanzato di realizzazione. “Abbiamo fatto un protocollo con Cantone per la trasparenza degli appalti e tutelare la legalità –  ha proseguito Galletti – e abbiamo fatto protocollo con i sindacati per permettere ai cantieri di rimanere più tempo aperti, su turni. Ho apprezzato la disponibilità dei sindacati ad aderire a questo accordo perché credo sia un ulteriore segnale importante”.

“All’inizio di questo Governo avevamo promesso di mettere al centro il dissesto idrogeologico, oggi presentiamo un piano vero con risorse vere già spendibili da domani. A questo deve seguire un impegno concreto da parte delle Regioni – sottolinea il ministro – perché le risorse diventino nel più breve tempo possibile cantieri sul territorio. Ci sono tutte le condizioni perché questo possa avvenire nel più breve tempo possibile. “Che nessuno pensi che questo possa risolvere il problema del dissesto idrogeologico in Italia. Davanti abbiamo un lavoro lunghissimo che andrà oltre la legislatura in corso perché per troppo tempo abbiamo dimenticato di manutenere il territorio”.

Al centro dell’azione di governo ci sono gli enti locali che vengono invitati ad attivarsi. “Dobbiamo imparare a pianificare meglio, abbiamo reso fragile il nostro territorio e questo piano vuole darsi un orizzonte per non piangere più vittime” ha sottolineato il ministro Graziano Delrio. Cosi’ il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi per la presentazione del piano di messa in sicurezza delle citta’. “Cura e manutenzione del territorio sono le parole chiave”, spiega Delrio che si augura ci sia la piena collaborazione degli enti locali. “Col programma presentato oggi si affrontano subito le emergenze – ha concluso il responsabile del Mit -. Ma il progetto vuole avere un respiro piu’ ampio per recuperare il lavoro perso del passato. Della vecchia programmazione rimangono da spendere 1,8 miliardi di euro. Contiamo di recuperare questo miliardo e otto nel 2016”.

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