La quinta notte di proteste a seguito della morte del giovane Nahel è trascorsa “più tranquilla”, in Francia. Lo ha riferito il ministro degli Interni, Gérald Darmanin. Ma le tensioni non accennano a placarsi. Non solo a Parigi ma anche in altre città francesi.
Francia in protesta: la situazione
“È stata una notte più tranquilla grazie all’azione risoluta delle forze dell’ordine”. Lo ha detto il ministro degli interni francese, Gérald Darmanin, commentando la quinta notte di proteste e violenze urbane che fanno seguito all’uccisione da parte della polizia del giovane Nahel Merzouk a Nanterre, nella banlieue parigina.
Scontri sono avvenuti a Parigi, nella zona degli Champs Elysées, a Marsiglia, a Lione, a Nizza e a Rennes. A Brest in fiamme una concessionaria della Renault. Sono stati 719 i fermi in seguito ai disordini nella notte appena trascorsa, secondo il ministero francese dell’Interno. La rivolta ha contagiato anche la Svizzera dove sono stati segnalati incidenti e saccheggi nel centro di Losanna.
Chi sono i manifestanti
Sono dinamici, connessi e, secondo le autorità, spesso “molto giovani”. È il profilo di alcuni dei manifestanti che in questi giorni in Francia hanno pianto “la loro rabbia” dopo la morte di Nahel, 17 anni, ucciso da un poliziotto durante un controllo e hanno marciato attraversando le grandi città del Paese. “L’età media è di 17 anni”, ha dichiarato oggi il ministro Darmanin, in riferimento alle persone fermate. Alcuni di loro hanno già iniziato a comparire nei tribunali della regione parigina. Sono studenti delle superiori, in formazione professionale, baristi, giovani appena maggiorenni e molti dei quali con la fedina penale pulita.
Macron rimanda Berlino
La tensione resta comunque altissima in Francia, dove ieri pomeriggio si sono svolti i funerali di Nahel. Commozione alla moschea, dove a migliaia hanno chiesto “giustizia per Nahel” ma non ci sono stati incidenti. Il presidente Emmanuel Macron intanto “vuole restare in Francia nei prossimi giorni”, ed ha rinviato la visita di stato in Germania che era in programma da oggi. E intanto invia blindati, elicotteri, reparti speciali della GIGN a Marsiglia e Lione, le due città che la notte tra venerdì e sabato hanno più sofferto per la violenza degli incidenti, e che hanno visto affluire una quantità senza precedenti di rinforzi.
Darmanin ha assicurato di aver “impegnato mezzi enormi” nelle due città “senza sguarnire il resto”. Tanto da evitare di dichiarare il coprifuoco che in molti invocavano. Se a Parigi e nell’Ile-de-France si conta sul trend che ieri ha fatto registrare una serata relativamente più calma della precedente, Lione ha visto nelle ultime 48 ore violenze “senza precedenti”, come hanno ripetuto le autorità locali.
Tensioni a Marsiglia
A Marsiglia, dove la battaglia nel centro della città e al Vecchio Porto ha infuriato per ore, con centinaia di incendi, metropolitane, tram e autobus sono già fermi. Il Comune ha chiesto ai gestori dei monopattini e delle bici a noleggio di togliere tutto dalle strade per evitare che venga appiccato il fuoco. Nelle altre città, nelle banlieue, ma anche nei piccoli centri che speravano di sfuggire all’ondata di rabbia e violenza, si cerca di arginare casseur e black bloc ma il compito appare difficile perché i commando di ragazzi che partono per saccheggiare negozi, appiccare incendi o semplicemente devastare tutto quello che capita a tiro sono difficili da anticipare.
La sepoltura di Nahel
Il corpo del giovane Nahel, in una bara bianca, è stato intanto sepolto nel cimitero del Mont-Valérien davanti a qualche centinaio tra familiari, amici e coetanei di Nanterre. Per l’ultimo saluto c’erano la nonna e la mamma, che lo ha cresciuto da solo e che ultimamente lo aveva visto, come molti suoi amici in banlieue, abbandonare la scuola e cominciare a guadagnare i primi soldi come “rider”, dedicandosi nel tempo libero al rap e alle moto. E alla sua passione sportiva per il rugby.
Fonte: Ansa