Alla luce della decisione di far confluire il portafoglio “Uguaglianza” all’interno delle competenze del commissario europeo per la gestione delle crisi, il presidente di Fish, Vincenzo Falabella si dice non d’accordo. Questa scelta, secondo lui, rappresenta un grande passo all’indietro rispetto agli impegni assunti in precedenza dalla stessa Unione Europea
“Questa decisione rischia di vanificare i progressi fatti finora sul fronte dell’inclusione e della tutela dei diritti delle persone con disabilità. Il movimento delle persone con disabilità in Italia e in tutta Europa non può tollerare un tale arretramento. È fondamentale che l’uguaglianza rimanga una priorità nelle politiche dell’Unione Europea. Sono sconcertato e preoccupato per le deleghe e le denominazioni che vengono individuate per i nuovi Commissari, a partire dalla scomparsa della delega all’occupazione e agli affari sociali”. Sono queste le parole di Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish), contenute in una nota diffusa sul sito della federazione stessa, dove si sottolinea come la scelta di far confluire il portafoglio “Uguaglianza” all’interno delle competenze del Commissario europeo per la gestione delle crisi è un segnale preoccupante.
“Questa scelta rappresenta un pericoloso arretramento rispetto agli impegni assunti in precedenza dall’Unione europea, che aveva posto l’uguaglianza al centro della sua agenda politica. Il buon lavoro svolto dalla Commissaria Helena Dalli nella precedente Commissione europea aveva fatto emergere, tra l’altro, durante la pandemia il carico sproporzionato di problemi che le persone con disabilità e le loro famiglie si erano trovate ad affrontare, sottolineando l’importanza di rafforzare le politiche di applicazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”, si legge ancora nell’intervento che pone l’accento su quanto fatto in Italia per cercare di mettere al centro delle politiche nazionali i temi dell’uguaglianza, delle pari opportunità, dell’inclusione, vanificato da quello che viene definito un declassamento che invia un messaggio sbagliato, mettendo a rischio i risultati ottenuti a livello europeo in termini di equità e inclusione. “I temi lavoro e welfare – viene sottolineato – diventano una sub delega della questione demografica, problema al quale servirà far fronte nei prossimi anni. Pensare che la questione demografica si risolva nella generica formula ‘persone, competenze, preparazione’ fa sorgere più di qualche dubbio. Se nello scorso mandato il pilastro europeo dei diritti sociali ha costituito un riferimento importante anche per le politiche del lavoro, ora sembra essere ridimensionato”.
La Fish mette in evidenza il rischio che gli argomenti essenziali per garantire e promuovere lo sviluppo di politiche inclusive, definiti dall’European disability Forum, ora rischiano di non trovare un interlocutore importante nella Commissione europea, e per questo motivo è già pronto a sollecitare i parlamentari europei italiani ed in particolare il vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto, ad intervenire per ripristinare l’autonomia del portafoglio “Uguaglianza” all’interno della Commissione europea.
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