Evasore totale a Vicenza, ecco cosa hanno scoperto le Fiamme Gialle

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Archetipo dell’evasore totale“. E’ questo il nome dato a un indagato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza. L’uomo, cittadino Scledense titolare di una ditta individuale con sede a Schio (VI) non aveva presentato le dichiarazioni fiscali per le imposte dirette e l’Iva dal 2012 al 2017.

La sua ditta era attiva nei settori economici delle ricerche di mercato e sondaggi di opinione e del commercio all’ingrosso non specializzato. All’atto dell’avvio della verifica fiscale, il titolare, 65 anni, non aveva esibito alcuna documentazione contabile, asserendo che l’impresa fosse inattiva perlomeno da quattro anni.

Le indagini eseguite avevano, al contrario, permesso di rilevare come fosse stato conseguito un volume d’affari complessivo di oltre 1,5 milioni, totalmente sottratto ad imposizione. Per tale motivo, i finanzieri hanno eseguito il sequestro preventivo dei beni della ditta.

Le successive indagini di p.g., condotte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Schio nell’ambito dell’operazione denominata “Errata opinio” ed avviate nel 2018 contestualmente all’esecuzione di una verifica fiscale, hanno permesso di far luce sulle condotte fraudolente commesse dell’indagato, raffigurato nel decreto di sequestro quale “archetipo dell’evasore totale“.

Errata opinio

Le indagini hanno poi permesso di scoprire come gran parte dei ricavi commerciali conseguiti dalla ditta (oltre 900.000 euro) fossero stati fraudolentemente veicolati dall’indagato su due conti correnti esteri, ubicati in Slovenia e Repubblica Slovacca, intestati a società omonime con sede estera, appartenenti alla “struttura societaria” dell’indagato.

Difatti, l’imprenditore è attualmente gravato, in Italia, da un debito iscritto a ruolo nei confronti del Fisco per quasi 7,5 milioni di euro, derivante dalla notifica di 63 cartelle esattoriali, in toto mai onorate. Il drenaggio di disponibilità finanziarie su conti esteri era dunque finalizzato a rendere difficoltosa la procedura di riscossione coattiva instaurata nei suoi confronti.

Il sequestro

Il G.I.P. presso il Tribunale di Vicenza, accogliendo la richiesta del P.M. titolare delle indagini e condividendo le ipotesi investigative delle Fiamme Gialle, ha dunque emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente fino a concorrenza di 1.686.879,82 euro, pari al profitto illecito conseguito dall’imprenditore che aveva un tenore di vita significativamente alto.

Il provvedimento di sequestro ha attinto l’impresa ed il tuo titolare, permettendo di sottoporre a vincolo reale 6 immobili (insistenti nel comune di Schio), 4 partecipazioni in società di capitali attive nel vicentino, 2 autovetture di lusso (Mercedes suv GLC 250 e Mercedes cabrio S500), 5 carte di debito e 13 orologi originali di pregio (1 Audemars Piguet, 1 Rado, 1 Hamilton, 1 Corum, 1 Breitling, 1 Versace, 1 Festina, 1 Bulova, 1 Enicar, 2 Nibosi, 1 Scuderia Ferrari, 1 Omega).

Gran parte degli assets patrimoniali sottoposti a sequestro erano protetti tramite la fittizia intestazione a terzi, e nello specifico alla coniuge, alla figlia, alla S.r.l. a lui riconducibile e alla società estera, con sede in Croazia, di cui l’imprenditore è risultato socio unico e amministratore.

Le accuse all’evasore totale

La solidità dell’impianto probatorio raccolto dai finanziari scledensi è stata avvalorata anche dalla circostanza che il Tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso presentato dall’imprenditore Scledense.

L’imprenditore è indagato dalla Procura di Vicenza, allo stato, per i reati di omessa dichiarazione fiscale, occultamento o distruzione di scritture contabili e di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, comportamenti illeciti penalmente rilevanti.

Milena Castigli: