La Roma aveva un sogno nel cuore, conquistare l’Europa. E stanotte l’ha fatto, illuminando di giallorosso il cielo sopra Tirana. La Conference League è giallorossa. è di José Mourinho, l’unico a vincere in tutte le competizioni, è di una squadra fantastica, di una società cresciuta in fretta, e di un pubblico, unico, meraviglioso, straordinario. Come la gente romana e romanista. Decide un gol di Zaniolo una partita di tanta sofferenza, gestita dalla Roma come meglio non avrebbe potuto.
Le scelte prima del via
L’attesa è finita. Eccole Roma e Feyenoord a contendersi la Conference League alla Kombatare Arena di Tirana. Mourinho scioglie l’ultimo dubbio, Mkhitaryan c’è e prende posto accanto a Cristante, Oliveira parte dalla panchina. Roma con il solito 3-4-2-1, con Mancini, Smalling e Ibanez davanti a Rui Patricio. Karsdorp e Zalewski sugli esterni, l’armeno e Cristante in mezzo. Pellegrini e Zaniolo alle spalle di Tammy Abraham. Slot, tecnico olandese, invece si schiera 4-2-3-1. Bijlow tra i pali, Geertruida, Trauner, Senesi e Malacia nei quattro dietro, Kokcu e Aursnes intermedi, Nelson, Til e Sinisterra alle spalle del capocannoniere Dessers. Direzione di gara affidata al rumeno Kovac. Stadio esaurito in ordine di posti: 22mila spettatori, in una atmosfera da brividi, con l’inno della Roma di Antonello Venditti cantato a squarciagola da tutti i tifosi giallorossi.
Problemi di ordine pubblico
Non è bastato quanto accaduto la notte precedente con la finale, con varie aggressioni in vari angoli di Tirana. Durante l’inno della squadra olandese, è scoppiato un parapiglia nella curva nord riservata agli olandesi. Episodio non chiaro. L’impressione è che è stata una lite interna alla curva, ma c’è chi sostiene ci fossero, non si sa per quale motivo, alcuni sostenitori giallorossi. Di lì il parapiglia, con gli addetti alla sicurezza che hanno faticato a riportare l’ordine.
La sblocca Zaniolo
La partita è quella prevista, molto tattica, con la Roma perfetta nella politica preventiva del marcamento. Olandesi che fanno girare palla, Roma a cercare la verticalizzazione. Partita bloccata e per mezz’ora non si vede la miseria di un tiro in porta, ma è una finale e può starci. Quello che non doveva starci, è l’infortunio a Mkhitaryan dopo quindici minuti si ferma a terra e chiede il cambio, uscendo dal rettangolo di gioco a testa bassa. Dentro Sergio Oliveira. Roma che concede nulla, pronta sempre a ripartire prima con la testa e poi con le gambe. Pellegrini prova ad illuminare, ma dietro gli olandesi non la mandano a dire, con le buone o con le cattive con Trauner che prende il giallo dopo un contatto ruvido con Abraham. Mancini che sa giocare, e bene, a testa alta, prova il lancio illuminante in area per Zaniolo, con Trauner che buca l’intervento. Il numero 22 controlla e sull’uscita di Bijlow lo supera con un delizioso esterno: 1-0, Roma in vantaggio. Cambia l’inerzia della partita con gli olandesi che adesso sono chiamati a reagire, ma dietro la Roma è ferrea e concede nulla. Smalling ci mette il mestiere e ingaggia un duello rusticano con Dessers. Giallo anche per Pellegrini, Rui Patricio anticipa Dessers. All’intervallo è 1-0 Roma.
Doppio palo olandese
Si ricomincia con gli uomini di Slot che partono fortissimo e cominciano a spingere ventre a terra. In due minuti si esalta Rui Patricio, prima Mancini spedisce sul palo, poi ci pensa il portiere portoghese su Til, con l’aiuto del palo. Passano appena due minuti, Malacia colpisce la palla con una traiettoria velenosissima, salva Rui Patricio deviando sul palo alla sua sinistra. Ma è un avvio a mille quello degli olandesi che spingono con decisione, Roma più bassa sulla spinta avversaria, dietro giganteggia un monumentale Smalling.
La Roma tiene ed è campione
Doppio cambio per Mourinho. Fuori Zalewski e Zaniolo, dentro Spinazzola e Veretout. Ed è proprio il francese con un destro incrociato da fuori a verificare i riflessi di Bijlow. Partita che entra negli ultimi quindici minuti con Slot che rafforza il potenziale offensivo con gli innesti di Linssen e Pedersen che aumentano la pressione olandese. Roma costretta a difendersi a denti stretti, ma con abnegazione e sapienza tattica. E quando capita l’occasione, rischia di far male con Pellegrini, gran botta, respinge il portiere olandese, mentre il cronometro dice che alla fine ne mancano solo cinque più recupero con Mourinho che opera altri due cambi: in campo Viña e Shomurodov, fuori Karsdorp e Abraham. Cinque di recupero con gli ultimi assalti olandesi, mentre alza la voce la gente romanista quasi a soffiare alle spalle di Smalling e compagni, ad un passo dal traguardo. Gli olandesi non graffiano, la Roma ha testa e gambe e arriva felice al traguardo. Il sogno di è avverato: la Roma torna a casa con la Conference League. L’Europa, stanotte, è giallorossa.