Estate, Conte sicuro: “Mesi difficili, ma non saranno vacanze in quarantena”

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Probabilmente è la domanda più insistente, anche se magari non viene esplicitamente formulata durante la quotidianità del primo dopo-lockdown: come sarà l’estate 2020? Al di là delle proposte sul come trascorrere i mesi di vacanza in condizioni di sicurezza (tra barriere in plexiglass, mascherine e altri espedienti), la domanda in questione riguardava in realtà un concetto molto più semplice, legato al fatto se, realmente, sarebbe stato possibile trascorrere qualche giorno al mare nonostante il coronavirus. A sciogliere in parte i dubbi ci ha pensato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che in un’intervista al Corriere della Sera ha assicurato che non trascorreremo un’estate in quarantena: “Quest’estate non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Potremo andare al mare, in montagna, godere delle nostre città. E sarebbe bello che gli italiani trascorressero le ferie in Italia, anche se lo faremo in modo diverso, con regole e cautele”.

Tema Europa

Restano, per forza di cose, gli accorgimenti. Ma secondo il premier, anche se diversa, sarà comunque estate: “Attendiamo l’evoluzione del quadro epidemiologico per fornire indicazioni precise su date e programmazione”. In sostanza, ci sarà bisogno del contributo del turismo, settore devastato dalla crisi economica portata dal Covid-19, anche se per una ripresa a pieno ritmo ci sarà da attendere e Conte non lo nasconde: “Saranno mesi molto difficili. Avremo una brusca caduta del Pil e le conseguenze economiche saranno molto dolorose“. Un contributo importante, il presidente del Consiglio se lo aspetta dall’Europa: “Sulla nuova linea di credito del Mes sono arrivate parole chiare da parte dell’Eurogruppo. Ora attendiamo i regolamenti attuativi, poi valuteremo in Parlamento… Le risorse del Mes, della Bei, del Sure da sole sono insufficienti. Stiamo in costante dialogo con la Commissione europea perché venga introdotto un Recovery fund di notevoli dimensioni”. Con obiettivo “prestito ponte”.

Casi spinosi

Ribadendo la soddisfazione sull’operato congiunto che ha portato alla liberazione della volontaria Silvia Romano, Conte torna anche sul tema sanatoria: “Regolarizzare per un periodo determinato immigrati che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato e agli schiavisti del nostro tempo, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute, tanto più in fase di emergenza sanitaria”. E sul caso Bonafede-Di Matteo, “mi amareggiano le illazioni. Parliamo del ministro che con il provvedimento sulla corruzione ha sbarrato la porta delle istituzioni agli appetiti criminali. Continuerà a farlo, a testa alta”.

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