La Cina ha lanciato esercitazioni militari attorno all’isola di Taiwan, dopo uno scalo negli Stati Uniti del vicepresidente taiwanese William Lai che si recava in Paraguay per l’investiture del nuovo capo dello Stato Santiago Peña, e Taipei ha condannato le operazioni di Pechino, affermando di aver rilevato 42 incursioni di aerei da guerra cinesi nella sua zona di difesa aerea.
Le esercitazioni cinesi
Il Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha lanciato oggi pattugliamenti aerei e marittimi congiunti ed esercitazioni militari della marina e dell’aeronautica intorno all’isola di Taiwan. Lo rende noto l’agenzia di stampa Xinhua. Tali pattuglie ed esercitazioni servono come severo monito alla collusione dei separatisti “indipendentisti di Taiwan” con elementi stranieri e le loro provocazioni, ha affermato il portavoce del comando Shi Yi. Le manovre hanno lo scopo di addestrare il coordinamento di navi e aerei militari e la loro capacità di prendere il controllo degli spazi aerei e marittimi, ha spiegato Shi sottolineando che sarà messa alla prova la capacità delle forze armate di operare in condizioni di combattimento reali.
La condanna di Taiwan
Taiwan ha condannato con forza le manovre militari della Cina, lanciate oggi da Pechino dopo uno scalo negli Stati Uniti da parte della vicepresidente taiwanese William Lai. Il ministero della Difesa di Taipei “condanna fermamente questo comportamento irrazionale e provocatorio, e invierà forze adeguate per rispondere ad esso al fine di difendere la libertà, la democrazia e la sovranità di Taiwan”. “Lo svolgimento di un’esercitazione militare sotto falso pretesto non solo non contribuisce alla pace e alla stabilità nello Stretto di Taiwan, ma evidenzia anche la mentalità militarista cinese e conferma la natura egemonica dell’espansione militare” di Pechino, si legge in un comunicato del dicastero di Taipei. Lai si è fermato a New York e San Francisco dopo una visita in Paraguay, una delle poche nazioni che riconosce ufficialmente Taiwan. Questo viaggio ha suscitato le ire della Cina, che si oppone a qualsiasi contatto ufficiale tra i paesi occidentali l’isola taiwanese, che considera una sua provincia. Pechino ritiene che tali contatti legittimino le autorità di Taipei e minano le sue pretese di sovranità su Taiwan. Washington aveva invitato alla calma sul viaggio di Lai, che secondo le autorità taiwanesi era solo di “transito” sul suolo americano per recarsi in Paraguay e assistere all’investitura del presidente eletto Santiago Peña. Ma un funzionario dell’ufficio del Partito comunista cinese incaricato delle questioni di Taiwan ha “condannato fermamente” il viaggio di Lai definendolo “un’ulteriore provocazione” per “rafforzare la collusione con gli Stati Uniti”. Taiwan ha accusato la Cina di un tentativo di “plasmare” le elezioni previste a gennaio 2023 nel Paese dopo le manovre militari lanciate da Pechino intorno all’isola. “La Repubblica popolare cinese vuole influenzare le prossime elezioni nazionali a Taiwan. Sta ai nostri cittadini decidere, non al nostro tirannico vicino”, ha affermato il ministro degli Esteri, Joseph Wu, sull’account ufficiale di X del ministero.
Stretto di Taiwan
Il governo di Taiwan afferma di aver rilevato 42 incursioni di aerei da guerra cinesi nella sua zona di difesa aerea da quando Pechino ha annunciato il lancio di esercitazioni militari. “Dalle 9 di oggi (19), abbiamo rilevato successivamente 42 incursioni”, ha dichiarato il ministero della Difesa dell’isola in una nota, aggiungendo che 8 navi cinesi hanno collaborato alle manovre. Tra queste incursioni, 26 aerei da guerra hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, ha detto il ministero. Secondo il comunicato, alle manovre hanno partecipato anche 8 navi cinesi, che secondo Pechino miravano a simulare “reali condizioni di combattimento”. Il ministero taiwanese ha affermato che “l’esercito nazionale sta monitorando e utilizzando metodi di ricognizione per controllare rigorosamente” la situazione, aggiungendo di aver inviato aerei e navi.
Fonte Ansa