Elezioni: Centrodestra avanti, FdI primo partito

Elezioni 2022

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Urne chiuse alle 23 in punto, giusto il tempo di allestire i dati per i primi exit poll sulle elezioni Politiche del 25 settembre 2022. Le proiezioni di Rai mettono la coalizione di Centrodestra davanti a tutti, con un 41%-45% delle preferenze. Segue piuttosto distante il Centrosinistra, dato fra il 25,5% e il 29,5%. Un abisso con il Movimento 5 stelle, che insegue a 13,5%-17,5%. Terzo Polo dato fra il 6,5% e l’8,5%. Il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, risulterebbe quello con le maggiori preferenze, fra il 22% e il 26%. Segue il Partito democratico, con una forchetta fra il 17% e il 21%. Poco distante il M5s, (13,5-17,5%), davanti alla Lega (8,5-12,5%). Azione (6,5%-8,5%) è data in leggero vantaggio su Forza Italia (6%-8%).

Elezioni, l’exploit di Meloni

Il Centrodestra si avvia dunque a una vittoria storica, tanto più per la leadership ormai consolidata di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni. Il partito guidato dall’ex ministro ottiene una salda maggioranza all’interno di una coalizione che, man mano, ha costruito i suoi consensi appoggiandosi sempre di più a FdI. Prova ne sia il risultato tutto sommato deludente per le altre due forze all’interno dello schieramento, con la Lega che crolla e Forza Italia praticamente mai in gioco. Fallisce, invece, il tentativo del Centrosinistra di correre senza l’apporto di Azione, come sembrava poter accadere qualche mese fa. Al netto di una forchetta ancora variabile, il Pd non ha raggiunto nemmeno il 20%, restando comunque davanti al Movimento 5 stelle. Difficile capire se il tutto inciderà sul futuro di Enrico Letta. Certo è che il risultato delle elezioni ha aperto già la sfida per la segreteria dem, a fronte di un progetto sostanzialmente naufragato.

La posizione di Conte

Meno difficile la posizione di Giuseppe Conte alla guida del Movimento 5 stelle. Fra gli sconfitti è quello coi risultati migliori. Non abbastanza per riguadagnarsi la fiducia degli italiani per una nuova guida del Paese. Ma, tutto sommato, il risultato non sembra da buttare. Non sarà l’oltre 32% di cinque anni fa ma è pur vero che, negli ultimi anni, il Movimento è cambiato radicalmente, fra pezzi persi e passaggio definitivo dall’inquadramento primigenio a partito vero e proprio.

Damiano Mattana: