Il Forum Ambrosetti di Cernobbio diventa terreno di confronto. I leader delle principali forze politiche si danno appuntamento in riva al Lago di Como, per presentare le proprie proposte e capire se, su qualche punto, vi siano possibilità di convergenza. Sul tavolo c’è il dossier relativo alla crisi energetica. Argomento sul quale i leader, nei giorni scorsi, avevano discusso circa la possibilità di raggiungere un compromesso, accantonando momentaneamente la campagna elettorale per lavorare assieme al dimissionario Governo Draghi a una soluzione emergenziale. All’orizzonte c’è un caro bollette che rischia di trascinare nuovamente gli italiani sulla soglia del baratro, anche in virtù di un’inflazione che non accenna a frenare la sua corsa. Per non parlare del costo del gas, protagonista di un rally che, anche una volta assestato, finirà per farlo su prezzi record.
Calenda: “Draghi è più bravo”
Sullo sfondo c’è anche il tema Russia, con le sue riduzioni dell’apporto di gas, e la guerra in Ucraina, che continua a impegnare l’Europa non solo sul fronte diplomatico. A Cernobbio i leader dibattono in presenza, tranne Giuseppe Conte (il presidente del Movimento 5 stelle parla in videocollegamento da Napoli). Con l’ordine alfabetico a garantire la possibilità di esprimere la propria linea politica. Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha ribadito la volontà di seguire la linea Draghi: “Mentre noi siamo qui a giocare a racchettoni in campagna elettorale Draghi è alla guida dell’Italia e gli chiediamo di fare questo e quello. Fossi in lui sarei già su una navetta per Marte ma che sia lui o no il prossimo premier non si può perdere il suo metodo che è semplicemente il fatto che ha detto dei sì e dei no e ha detto cosa andava fatto, ed è caduto per questo”. E ha aggiunto: “Non ho problemi a candidarmi alla guida del Paese, ma Draghi è più bravo. Non è una competizione, dobbiamo cercare di tenercelo”.
Conte: “Preoccupato dai livelli
Per quanto riguarda le misure di sostegno agli italiani, l’ex premier Conte mantiene il punto sul Reddito di Cittadinanza: “Pensare di abolirlo è una follia. Il problema non è il Reddito ma il lavoro sottopagato, due tre quattro euro lordi l’ora”. Il RdC, ha rivendicato il leader M5s, “ha salvato dalla povertà un milione di persone durante la pandemia. Senza coesione sociale non vai da nessuna parte”. Ma non solo: “Dobbiamo semplificare, l’abolizione dell’Irap deve essere a favore di tutti. E investire sul taglio del cuneo fiscale non solo per i lavoratori ma anche per le imprese. Non sono affatto sereno sui numeri dei livelli occupazionali: abbiamo 3 milioni e 160mila contratti a termine, il 9% di un solo giorno e la maggior parte non supera i trenta giorni”. Il M5s, ha spiegato, è “per lo statuto degli imprenditori che dia certezza di tempi e giustizia a chi investe”.
Letta: “Pnrr, la nostra stella polare”
Anche il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, torna sulla caduta del Governo Draghi. L’ex presidente della Bce, ha spiegato, “ha rappresentato uno scudo fondamentale al Paese. L’abbiamo sostenuto con grande forza e linearità. Penso sarebbe stato molto meglio completare la legislatura. Penso che il danno sia molto grosso”. Il Pnrr, “è la nostra stella polare, il punto di riferimento complessivo. Si può discutere, ma diciamo niente balletti sull’affidabilità e ‘no’ alle rinegoziazioni. Se ci mettessimo in un confronto con Bruxelles perderemmo soldi e prospettive per il futuro”. L’obiettivo è “evitare la recessione a tutti i costi”.
Meloni: “Può essere perfezionato”
In disaccordo la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Sul Pnrr non può essere eresia dire che siccome è stato scritto prima della guerra in Ucraina non può essere perfezionato. Questo tema può essere affrontato senza che sia un’eresia, non vuol dire stravolgerlo anche se alcune scelte che sono state fatte dall’Italia non sono state pienamente colte nel Pnrr, come l’economia blu, le politiche del mare, siamo una piattaforma nel mediterraneo, una posizione strategica felicissima che decidiamo di non sfruttare”. Sul tema energia: “Lo scorporo fra gas ed energie da fonti rinnovabili si può fare a livello nazionale”. Il costo, fra 3 o 4 miliardi: “Io non sarei per lo scostamento di bilancio penso abbiamo altre risorse”.
Salvini: “Sì alle sanzioni ma serve lo scudo”
Accelerare sulle misure anti-rincaro. È l’invito del segretario della Lega, Matteo Salvini, che auspica una sterzata simile a quella tedesca: “Il problema è che la vita è adesso, ottobre è tardi. Stamattina in Germania hanno fatto una cosa che tutti noi dovremmo copiare, altrimenti vinciamo le elezioni con un milione di disoccupati in più. Invece di mettere 30 milioni per l’economia ne metteremo 100 per Naspi e disoccupazioni”. E sulla guerra in Ucraina: “La Lega ha convintamente votato in Italia e in Europa tutti i provvedimenti a favore dell’Ucraina, sanzioni comprese. Sicuramente serve uno scudo europeo. Dobbiamo difendere l’Ucraina? Sì ma non vorrei che le sanzioni danneggiassero più chi le fa che chi le subisce. Spero quindi che Bruxelles nelle prossime ore si attui lo scudo”.
Tajani: “Basta con il partito del ‘no'”
Sulla questione energetica si sofferma anche il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani: “La crisi è anche conseguenza delle sanzioni che sono state giustamente inflitte alla Russia, perché noi dobbiamo anche credere nei nostri valori. Bisogna però che siano attenuate da un’azione dell’Europa cui da mesi abbiamo chiesto un secondo Recovery plan per affrontare tutto ciò che ha provocato la guerra”. E ancora: “Basta con la dipendenza energetica solo da uno. Dobbiamo puntare sull’energia nucleare di ultima generazione. Basta con il partito del No che blocca sempre tutto. Pensiamo ad esempio alla Gronda di Genova, bloccata dal partito del No. E forse anche il Ponte Morandi non sarebbe crollato se non ci fossero stati quei No. E quindi dobbiamo raddoppiare l’estrazione di gas del nostro Paese”.