Altri 45 giorni di carcere per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna detenuto a Il Cairo da nove mesi e mezzo. A riferirlo è Hoda Nasrallah, il legale del ventottenne accusato dalle autorità egiziane di propaganda sovversiva, che annuncia all’Ansa l’esito di un’udienza tenuta nella giornata di ieri nella capitale dell’Egitto. Il rinnovo della custodia cautelare in carcere sarà dunque valido per un altro mese e mezzo, portando quasi a 11 quelli trascorsi in prigione da Zaki: “Siamo di fronte a un vero e proprio accanimento giudiziario da parte dell’Egitto nei confronti di Patrick”. Questo il commento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, intervenuto a stretto giro sulla nuova decisione dei giudici del Cairo.
L’appello di Amnesty
Nel suo messaggio, Noury si rivolge direttamente all’Italia, Paese nel quale Zaki stava portando a termine i suoi studi. “Questi nove mesi e mezzo trascorsi, che diventeranno ormai 11 con questo rinnovo di detenzione preventiva, chiamano in causa l’inerzia dell’Italia, l’assenza di un’azione forte. Mi chiedo cos’altro ci voglia dopo il rinnovo della detenzione di Patrick e tre arresti di fila dei dirigenti della sua organizzazione per i diritti umani (l’Eipr, ndr) per un’azione diplomatica molto forte nei confronti dell’Egitto”. Nella giornata di ieri, lo stesso Zaki aveva presenziato all’udienza di convalida del fermo. A riferirlo l’avvocato Nasrallah, il quale aveva riferito di aver “parlato con lui dieci minuti dopo l’udienza, sta bene ed è in buona salute“.
Il caso Zaki
La custodia cautelare in carcere, in Egitto, può protrarsi fino a due anni. A inizio ottobre si era svolta un’udienza speculare, nella quale era stato deciso il prolungamento della detenzione per altri 45 giorni. Le accuse di propaganda sovversiva rivolte a Zaki, inoltre, non sarebbero state finora mai discusse. E solo a settembre, dopo oltre 7 mesi di detenzione, lo studente è riuscito a incontrare sua madre. Nell’ultima udienza, Zaki avrebbe preso la parola, come riferito dagli attivista della pagina Facebook “Patrick Libero”, i quali hanno fatto sapere che gli avvocati “hanno presentato un memorandum che illustrava in dettaglio le argomentazioni della difesa e delineava le giustificazioni che richiedevano il suo rilascio”. Le quali, al momento, hanno comunque avuto esito negativo.