Eclissi totale di sole, la notte “improvvisa” durante il giorno

Nell'immagine: a sinistra foto di Eclipse Chasers: https://www.pexels.com/it-it/foto/luce-spazio-scuro-sole-20209009/, a destra Marco Castellani (© Guido Capirci)

Milioni di persone a faccia in su per osservare il “sole nero”. E’ quello che avverrà oggi sul suolo nordamericano, mentre quello spicchio di Terrà finirà al buio. L’eclissi totale di sole, non visibile dall’Italia né dall’Europa, con la luna a oscurare il disco della nostra stella, inizierà in Messico alle 17:42 (ora italiana). L’ombra si allungherà fino al Canada, per concludersi poi alle (nostre) 22:52. Sarà un oscuramento abbastanza lungo, che dovrebbe durare circa quattro minuti e mezzo.

L’intervista

Chi, tra addetti ai lavori, appassionati e curiosi, non è potuto accorrere al di là dell’Atlantico – si stima che il “turismo dell’eclissi” valga fino a sei miliardi – ha l’opportunità di non perdersi l’evento grazie anche alle iniziative dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf). L’ente di ricerca italiano, oltre ad avere mandato cinque squadre di ricercatori tra il Centro e il Nord America, porta l’eclissi “nelle case degli italiani” attraverso la diretta sulla piattaforma di didattica e divulgazione EduInaf, a partire dalle 19:00 ora italiana. Una serie di esperti commenterà le immagini e risponderà alle domande dal pubblico. E per capire meglio cosa succede sopra le nostre teste, Interris.it ha intervistato Marco Castellani, ricercatore astronomo presso Osservatorio astronomico di Roma dell’Inaf.

Cos’è un’eclissi totale di sole?

“È un fenomeno che si verifica quando c’è un allineamento dei corpi celesti, con il nostro satellite, la luna, che si frappone fra noi e la nostra stella, il sole, ed essendo più vicina alla Terra copre pressoché interamente il disco solare, nonostante sia di dimensioni inferiori. Il ‘semplice’ passaggio della luna davanti al sole però non basta perché si verifichi un’eclissi totale. La luna solitamente si muove al di fuori del piano dell’eclittica, il ‘percorso’ che il sole compie in un anno, ma quando lo interseca riesce a oscurare interamente il disco, proiettando la sua ombra in alcune zone del nostro pianeta”.

Quali informazioni possiamo ricavare dall’osservazione scientifica eventi come questo?

“L’eclissi totale è come un filtro che blocca la luce emessa dalla parte centrale del sole, che è preponderante, e ci permette di osservare senza disturbi la sua parte esterna, la corona. La corona è una regione molto attiva e molto complessa da studiare, la cui comprensione può aiutare a capire meglio altri fenomeni. Per esempio, le sonde hanno registrato un subitaneo riscaldamento in quella zona, nonostante le temperature calino spostandosi dal centro del sole verso l’esterno. Una spiegazione potrebbe risiedere nella presenza di fenomeni elettromagnetici molto forti, dato che sulla corona solare si verificano interazioni tra campi magnetici molto potenti. Proprio questa attività causa i brillamenti, specie di eruzioni solari, che generano emissioni di particelle che disturbano le comunicazioni terrestri”.

Perché è un fenomeno che affascina, oltre agli addetti ai lavori, tanti appassionati come persone comuni?

“Un oscuramento totale del disco solare di giorno, come una imprevista notte diurna con un sensibile abbassamento delle temperature, è un evento piuttosto raro. Si tratta di una cosa che colpisce e quasi intimorisce anche chi ne conosce la spiegazione. Inoltre in questo caso, poiché la luna è ben posizionata sull’eclittica, durerà diversi minuti e sarà ben visibile perché avverrà in una zona popolata, tanto da aver generato un business stimato sui sei miliardi di dollari”.

Quanto dovremmo aspettare per un’eclissi solare totale ben visibile dalle nostre parti?

“Secondo gli esperti ci vorranno una ventina d’anni perché si verifichino di nuovo le condizioni per questa congiunzione.  Le eclissi parziali sono abbastanza frequenti, ma secondo la Nasa quelle totali saranno circa una settantina in questo secolo e non tutte visibili da diversi punti della Terra”.

Lorenzo Cipolla: