Draghi: “Abbiamo davanti sfide significative”

Il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto alla Farnesina in occasione della XIV° Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici d’Italia nel mondo, aprendo il suo discorso con il ricordo dell’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso a Goma, nella Repubblica del Congo, lo scorso 22 febbraio. “Voglio ricordare il vostro collega, l’Ambasciatore Luca Attanasio, ucciso brutalmente nella Repubblica Democratica del Congo con il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milàmbo. Sono morti semplicemente per aver fatto il loro lavoro, in un contesto molto difficile, come quello in cui operano molti di voi. Ai loro cari va la mia più sentita vicinanza. Auspico che venga fatta finalmente luce sul loro assassinio, e che si accertino prontamente tutte le responsabilità”, ha esordito il premier.

L’intervento di Draghi

“Gli ultimi due anni sono stati difficili per il nostro Paese, come per il resto del mondo.
Mi riferisco ovviamente alla pandemia e alla crisi economica. Entrambe hanno colpito specialmente i più deboli. Ma, in questi mesi, l’Italia ha dimostrato, ancora una volta, di saper reagire alle crisi più dure con coraggio, determinazione, unità. Medici, infermieri, volontari hanno somministrato oltre 106 milioni di dosi di vaccino – uno sforzo senza precedenti nella storia recente. L’economia è in ripresa, grazie all’impegno di lavoratori e imprenditori. E l’Italia ha avuto un ruolo centrale sulla scena internazionale. L’attività di Governo dal punto di vista della politica estera è stata molto intensa, e per questo voglio ringraziare il Ministro Di Maio e tutti voi diplomatici. Sotto la presidenza italiana, il G20 ha fatto passi avanti molto significativi sul fronte della tassazione globale- grazie ministro Franco- della distribuzione di vaccini, della lotta al cambiamento climatico. Abbiamo organizzato un vertice straordinario sull’Afghanistan, per coordinare una risposta comune sui temi degli aiuti umanitari, della lotta al terrorismo, della mobilità. Nonostante questo vertice, come leggiamo oggi sui giornali, la crisi umanitaria che si sta sviluppando in Afghanistan diventa sempre più grave. Il nostro è stato un multilateralismo efficace, che parte dalla consapevolezza che i fenomeni globali richiedono risposte collettive. A livello bilaterale, voglio ricordare il Trattato del Quirinale che abbiamo firmato il 26 novembre e che segna un momento storico nelle relazioni tra Italia e Francia. E il lavoro su quello che è stato chiamato il “piano di azione” che abbiamo avviato con la Germania e che porterà a un maggior coordinamento politico tra i due Paesi. Grazie alla politica estera l’Italia è più forte, più influente, più credibile. Lo stesso spirito di collaborazione, la stessa determinazione, lo stesso orgoglio di rappresentare l’Italia ci deve accompagnare anche il prossimo anno. Abbiamo davanti sfide significative, da cui dipende la nostra credibilità davanti ai cittadini e ai nostri partner. La prima sfida è l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Nei prossimi cinque anni, dobbiamo investire 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri fondi per un totale di 235 miliardi. Ci siamo impegnati a ridurre i divari territoriali, generazionali, di genere; ad accelerare la transizione digitale e quella ecologica; a migliorare la scuola e rafforzare la sanità; e a riformare in modo profondo l’economia, per rilanciare la produttività, semplificare la burocrazia, favorire l’innovazione. Il PNRR non è il Piano di rilancio di questo Governo. È il Piano di rilancio di tutto il Paese. E spetta a tutti – politici, funzionari, imprenditori, parti sociali – contribuire alla sua realizzazione in modo rapido, efficiente, onesto. L’altra priorità è la gestione della nuova fase della crisi sanitaria.
La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità. L’arrivo della stagione invernale, la diffusione della variante Omicron ci obbligano però alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi.
Il contrasto alla pandemia non è una questione soltanto interna, ma un tema centrale per la politica estera. Durante la presidenza del G20, abbiamo incoraggiato la comunità globale a “vaccinare il mondo”, per aiutare i cittadini dei Paesi più vulnerabili e ridurre il rischio di nuove varianti. Il Global Health Summit dello scorso maggio a Roma ha visto i Paesi più ricchi e le case farmaceutiche impegnarsi a donare un numero considerevole di dosi.
Dobbiamo mantenere queste promesse e assicurarci che i vaccini arrivino a chi ne ha bisogno. L’Italia sostiene l’ambizione di vaccinare il 70% della popolazione di tutti i Paesi entro metà del 2022. Quest’obiettivo ora deve essere raggiunto. La lotta al cambiamento climatico richiede sforzi notevoli sul piano interno e internazionale. Gli impegni che abbiamo preso come Unione europea ci obbligano ad agire su più fronti. Dobbiamo fare in modo che la transizione ecologica sia un’opportunità; Che le nostre imprese siano in grado di gestire queste profonde trasformazioni; Che i lavoratori siano formati adeguatamente per i lavori che verranno; E che i cittadini, soprattutto i più deboli, siano sostenuti nel far fronte ai costi della transizione. Senza coesione sociale non riusciremo a fare progressi su nessun quasi nessun fronte. Allo stesso tempo, è essenziale continuare a impegnarci perché tutti i Paesi partecipino al processo di decarbonizzazione. Questo può procedere con velocità diverse, a seconda del livello di sviluppo economico dei singoli Stati, ma deve partire al più presto ovunque. Dobbiamo ribadire l’impegno, preso al G20 di Roma, di contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo e raggiungere la neutralità climatica intorno alla metà del secolo. Il settore privato può contribuire in maniera decisiva a questo obiettivo, come è emerso dalla COP26 di Glasgow. E dobbiamo coinvolgere i giovani, i veri protagonisti di questo cambiamento. La conferenza “Youth4Climate” di Milano è stata un modello di partecipazione ai processi negoziali e vogliamo si ripeta anche in futuro. Anche l’anno prossimo ci vedrà pienamente coinvolti nella gestione delle principali crisi internazionali. L’Italia è da sempre impegnata a facilitare i processi democratici, promuovere la cooperazione internazionale, difendere la pace. Per il nostro Paese, la tutela dei diritti umani e delle liberà fondamentali è una priorità assoluta. A questo proposito, voglio ricordare gli uomini e le donne che partecipano alle Missioni all’estero civili e militari con coraggio e spirito di sacrificio. A tutti loro va il più sentito ringraziamento del Governo e il mio personale. In Libia, dobbiamo proseguire con il nostro impegno per la piena stabilizzazione del Paese, seguendo il percorso tracciato dalle Nazioni Unite. È un processo che deve rimanere a guida libica, che la comunità internazionale deve sostenere e accompagnare. Nonostante il rinvio del voto del 24 dicembre, è importante che ci siano quanto prima elezioni libere, credibili e inclusive che possano unire il Paese e portare a una pace duratura. La stabilizzazione della Libia è fondamentale anche per il controllo dei flussi migratori. Nei mesi scorsi siamo riusciti a riportare questo tema al centro dell’agenda europea. Ora è essenziale che l’Unione europea adotti una gestione condivisa, umana e sicura – all’altezza dei nostri valori. Servono corridoi umanitari dai Paesi terzi verso l’Europa che impegnino anche altri Paesi europei, non solo l’Italia. E servono accordi di rimpatrio giusti ma efficaci. Anche in questo, l’Unione europea può svolgere un ruolo di guida. Siamo altrettanto determinati a ridurre le contrapposizioni sempre più evidenti ai confini orientali dell’Europa. Mi riferisco alle tensioni in Ucraina con la Russia, e la crisi al confine tra Polonia e Bielorussia. Dobbiamo essere fermi nel condannare qualsiasi provocazione. L’utilizzo dei migranti come strumento di pressione geopolitica è inaccettabile. Allo stesso tempo, dobbiamo proseguire con il dialogo, a livello bilaterale e anche al livello  multilaterale. Davanti a questi scenari, serve accelerare verso una difesa europea, complementare alla NATO. La Bussola Strategica che ci apprestiamo ad adottare è un primo passo, a cui deve seguire un impegno ancora maggiore in termini di capacità militari e risorse finanziarie. Dobbiamo costruire una politica estera chiara e più forte, dotata di meccanismi decisionali efficaci – a partire dal superamento del principio di unanimità. All’interno di queste alleanze, il rapporto con gli Stati Uniti è e rimarrà centrale. Voglio concludere rinnovando il mio apprezzamento per il vostro impegno. E lasciarvi con un invito a valorizzare ulteriormente il ruolo delle donne nella diplomazia. Il raggiungimento di una effettiva parità di genere è un obiettivo che dobbiamo perseguire ovunque – nel settore pubblico e privato”.

Lorenzo Cipolla: