Si respira aria di tensione attorno alle disposizioni che, a breve, delineeranno il futuro prossimo del nostro Paese. Tra obbligo di mascherine e possibile giro di vite sugli orari di bar e ristoranti, i timori legati a un nuovo lockdown esistono. Anche se dal governo provano ripetutamente a spiegare come le misure in arrivo non mirino a creare nuove criticità. In giornata era intervenuto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a scacciare i fantasmi di una nuova chiusura totale. Escludendolo senza escluderlo del tutto, poiché per fare questo “dobbiamo evitare i contagi”. Ora, anche fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che “non c’è nessuna intenzione da parte del governo di chiudere ristoranti, bar e locali come si legge su alcune testate”. Né, si precisa, “di anticiparne l’orario di chiusura introducendo di fatto un coprifuoco”.
Il chiarimento
Nella giornata in cui il Comitato operativo della Protezione Civile torna attivo, e all’indomani del caos sulla partita Juventus-Napoli, che imporrà nuove riflessioni, il governo cerca di fare chiarezza sui prossimi passi verso l’inverno. Tentando di diradare le nubi sulla libertà di movimento e su quella del commercio, con la consapevolezza generale che un nuovo lockdown costituirebbe una prova piuttosto difficili per il Paese. Opinione peraltro condivisa anche da altri governi europei, Francia e Regno Unito in primis, nonostante siano state proprio Londra e Parigi ad adottare nuove misure di restrizione per contenere i contagi. I quali, a ogni modo, restano ben più alti rispetto all’Italia.
Dpcm, Speranza alle Camere
Intanto, a quanto si apprende, i ministri Francesco Boccia (Affari regionali) e Roberto Speranza (Salute) incontreranno i presidenti di Regione, i rappresentanti dell’Associazione Comuni e dell’Unione delle province, ai fini di chiarire i dettagli del nuovo Dpcm. Domani, peraltro, il titolare della Salute è atteso alle Camere. Dove riferirà sui contenuti del decreto in arrivo, per poi procedere alla tavola rotonda con gli altri Enti. Poi spazio, forse, per il Consiglio dei ministri.