Il ministro Speranza aveva fatto sapere che una decisione doveva essere presa in 48 ore. La conferenza fra ministri, Comuni e Province ha cercato di scongiurare la via del lockdown generalizzato, quello che hanno già adottato Francia e Regno Unito, entrambi con numeri superiori in termini di contagi e vittime. La strategia italiana, al momento, è cercare di contenere l’emergenza con misure mirate, uniformi per tutto il Paese, vista la difficoltà a tenere le redini in una fase di differenziazione da una regione all’altra. Riunione riconvocata alle 9 di domattina ma, a quanto sembra, su alcuni temi ci sarebbe un’intesa sommaria. “In queste 48 ore costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti – ha detto Speranza -. Misure nazionali e misure territoriali. Sul primo punto è vigente l’ultimo Dpcm, possiamo anche alzare l’asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento”.
Nuovo Dpcm, le ipotesi
In attesa del Dpcm che dovrebbe sciogliere il nodo, sul tavolo ci sarebbero ipotesi mirate, con l’intento di non procedere a chiusure totali. Prima fra tutte, la limitazioni degli spostamenti per le categorie più colpite, ovvero gli over 70: “Proteggendo i nostri anziani di più e davvero – ha detto il governatore della Liguria, Giovanni Toti -, la pressione sugli ospedali e il numero dei decessi diventerebbero infinitamente minori. Sarebbe folle richiudere in casa tanti italiani per cui il Covid normalmente ha esiti lievi, bloccare la produzione del Paese, fermare la scuola e il futuro dei nostri giovani e non considerare alcun intervento su coloro che rischiano davvero. Speriamo ci sia saggezza stavolta e non demagogia”. Altre ipotesi, lo stop ai centri commerciali e alle macchinette da gioco nelle tabaccherie, oltre che un coprifuoco alle ore 18.
Misure uniformi
L’intesa reale, però, sarebbe per ora stata raggiunta sull’adozione di norme uniformi. “E’ evidente – ha spiegato il governatore della Lombardia Attilio Fontana – che ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi. Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini”. Gli fa eco il presidente della Sicilia, Nello Musumeci, che auspica un Dpcm “davvero condiviso. Vedo un crescente allarme sociale e di questo dobbiamo essere tutti consapevoli. Scelte forti ma non chiare diventano per i cittadini difficili da accettare. Non ci possiamo permettere errori”.