Con l’accusa di omicidio volontario della sua compagna è stato fermato Sandro Sarais, 56enne sardo che, alla vista dei dei carabinieri nella campagne di Sestiadas, si è inferto delle ferite e ora è piantonato all’ospedale Brotzu di Cagliari. La donna si chiamava Mihaela Kleics, cinquant’anni, di nazionalità romena, con cui l’uomo viveva da alcuni mesi. I imilitari dell’Arma l’hanno trovato morta oggi, nella camera da letto della sua abitazione in via della Musica a Quartu San’Elena, nella città metropolitana di Cagliari. Il corpo della vittima presentava ferite e tagli probabilmente riconducibile a coltellate. Già nelle scorse settimana i carabinieri erano intervenuti in quella casa per sedare della liti e l’ultima volta che i vicini allarmati hanno chiamato le forze dell’ordine era stato sabato scorso.
Cos’è successo
I carabinieri hanno scoperto nel primo pomeriggio il cadavere della Kleics, vestita, nella camera da letto, uccisa con diverse coltellate. La porta d’ingresso della sua casa al civico 150 di via della Musica a Quartu Sant’Elena non presentava segni di forzature ed era tutto in ordine, eccetto delle tracce di sangue nelle stanza dove è stato trovato il corpo. “Ci ha chiamato la sorella che non riusciva a contattarla da tre giorni – ha raccontato il capitano dei carabinieri della compagnia di Quartu Michele Cerri – abbiamo aperto la porta con i vigili del fuoco e trovato il cadavere”. Sul posto, insieme ai carabinieri della Compagnia e della Stazione di Quartu, sono intervenuti gli specialisti del Ris, gli investigatori del Nucleo investigativo del comando provinciale di Cagliari, il medico legale Roberto Demontis e la magistrata di turno Nicoletta Mari.
La situazione
Gli uomini dell’Arma hanno rintracciato Sarais grazie all’attività informativa e attraverso le celle della telefonia mobile. Si era nascosto in auto nelle campagne di Castiadas, nel sud Sardegna, vicino a un cavalcavia, e quando è stato rintracciato avrebbe tentato di togliersi la vita, tagliandosi la gola e i polsi. L’uomo è piantonato in ospedale ed è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario.
Le liti
Già nelle scorse settimane le forze erano intervenuti in quella abitazione per sedare delle liti chiamati dai vicini di casa della donna, allarmati per le urla. “Li abbiamo sentiti litigare – raccontano – “Lui urlava: “Ti ammazzo, ti ammazzo”, mentre lei lo invitava ad andarsene”. Anche sabato scorso erano state chiamate le forze dell’ordine, mentre in passato era anche intervenuta un’ambulanza e i medici avevano medicato la donna.