La politica affila le armi in vista della ripresa del dibattito post-ferragostano. Sono tanti i fronti caldi che rischiano di diventare incandescenti alla ripresa. A cominciare dal tema della ripresa delle scuole il 14 settembre.
La ministra Azzolina parla di sabotaggio da parte di “chi non vuole che le scuole ripartano” e subisce la reazione di gran parte dei sindacati (in prima fila Cgil, Uil e Gilda) che denunciano ritardi del governo e di reazione scomposta da parte del ministro rispetto alle critiche rivolte dai sindacati.
Ma le critiche al ministro Azzolina arrivano anche dall’opposizione e dal Partito Democratico. Proprio gli alleati di governo del Movimento 5 Stelle parlano di dichiarazioni irresponsabili da parte della ministra dell’Istruzione e la invitano a rivolgere le proprie scuse ai sindacati. La polemica sulla riapertura delle scuole si intreccia con il tema assai caldo della gestione dell’emergenza Covid dopo il nuovo aumento di contagi e focolai.
Fanno discutere la politica le dichiarazioni del leader leghista Salvini per il quale “ora non c’è emergenza, lo dicono i numeri” e “chi dice il contrario, ovvero il Governo, è in malafede e fa terrorismo per mantenere il potere”, attirandosi le critiche soprattutto dal PD.
Mentre il leader leghista alza il tiro sopratutto sul tema migranti: “Stiamo pensando di denunciare l’attuale governo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – annuncia Salvini. Ed è verosimile che questo annuncio apra un nuovo fronte polemico.
Tutto questo oscura il dibattito sul referendum costituzionale e l’election day del 20 e 21 settembre. Proprio sul referendum che prevede il taglio dei parlamentari, sembra crescere il fronte di chi si oppone alla riforma. Secondo indiscrezioni giornalistiche, c’è un dibattito interno anche in casa del PD che dovrebbe riunire la Direzione del partito ai primi di settembre.
Ed anche nei partiti di opposizione, come Forza Italia, sembra crescere il numero di deputati e senatori che esprimono dubbi e perplessità sulla riforma. Mentre non cambia idea il Movimento 5 Stelle per il quale il taglio dei parlamentari continua ad essere una riforma-bandiera.
Molto composito anche il quadro internazionale. Roma e Berlino chiedono chiarezza a Mosca sull’avvelenamento del leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, mentre si accende lo scontro elettorale negli Stati con la discesa in campo di Biden che ufficializza la sua sfida a Trump. Vicende che non possono lasciare indifferenti la politica nostrana e che saranno certamente occasione di dibattito e di riflessione alla ripresa.