I sacramenti, con le loro formule e i loro gesti, non ammettono troppa creatività. Per questo in alcuni casi ci si è trovati di fronte all’invalidità di un battesimo e di conseguenza anche degli altri sacramenti ricevuti. Per questo il Dicastero della Dottrina della Fede ha pubblicato oggi la Nota ‘Gestis Verbisque’ in cui invita i sacerdoti a custodire la forma stabilita.
Atto illecito
“Modificare, dunque, la forma di un Sacramento o la sua materia è sempre un atto gravemente illecito e merita una pena esemplare, proprio perché simili gesti arbitrari sono in grado di produrre un gravoso danno al Popolo fedele di Dio“, si legge nel documento del cardinale Prefetto della Fede, Victor Manuel Fernandez, controfirmato da Papa Francesco.
Validità e liceità
“Va ribadita la distinzione tra liceità e validità, così come va ricordato che una qualsiasi modifica alla formula di un Sacramento è sempre un atto gravemente illecito. Anche quando si consideri che una piccola modifica non altera il significato originario di un Sacramento e, di conseguenza, non lo rende invalido, essa rimane sempre illecita”, spiega ancora il Dicastero.
Non proprietari della Chiesa
“A noi ministri – indica il card. Fernandez – è pertanto richiesta la forza di superare la tentazione di sentirci proprietari della Chiesa. Dobbiamo, al contrario, diventare assai ricettivi davanti a un dono che ci precede: non soltanto il dono della vita o della grazia, ma anche i tesori dei Sacramenti che ci sono stati affidati dalla Madre Chiesa. Non sono nostri! E i fedeli hanno il diritto, a loro volta, di riceverli così come la Chiesa dispone”.
Gli interventi
La Nota si rende necessaria perché “purtroppo si deve constatare che non sempre la celebrazione liturgica, in particolare quella dei Sacramenti, si svolge nella piena fedeltà ai riti prescritti dalla Chiesa. Più volte questo Dicastero è intervenuto per dirimere dubia sulla validità di Sacramenti celebrati, nell’ambito del Rito Romano, nell’inosservanza delle norme liturgiche, dovendo talvolta concludere con una dolorosa risposta negativa, constatando, in quei casi, che i fedeli sono stati derubati di ciò che è loro dovuto, vale a dire il mistero pasquale celebrato nella modalità rituale che la Chiesa stabilisce. A titolo esemplificativo – si legge nel documento – si potrebbe fare riferimento a celebrazioni battesimali in cui la formula sacramentale è stata modificata in un suo elemento essenziale, rendendo nullo il sacramento e compromettendo in questo modo il futuro cammino sacramentale di quei fedeli per i quali, con grave disagio, si è dovuto procedere a ripetere la celebrazione non solo del Battesimo, ma anche dei sacramenti ricevuti successivamente”.
Fonte Ansa