Il Derby d’Italia non ha un vincitore: a San Siro finisce 4-4 in un match spettacolare. A vincere stasera, è lo spettacolo offerto da nerazzurri e bianconeri, ma anche il Napoli che allunga in testa a +4 sulla squadra di Inzaghi. Juve che resta al terzo posto, staccando di un punto Atalanta, Lazio e Udinese. Quella del Meazza è sfida apertissima, giocata a ritmi altissimi. Sblocca Zielinski su calcio di rigore, poi pari e sorpasso bianconero con Vlahovic e Weah prima del nuovo pari di Mkhitaryan. Prima dell’intervallo è l’Inter a mettere la freccia con un altro rigore, sempre trasformato dall’ex Napoli Zielinski. Nella ripresa Dumfries cala il poker ma la riapre subito Yildiz.
Le scelte
Nell’Inter (solito 3-5-2), non c’è Calhanoglu, al suo posto Zielinski che agisce in mediana accanto a Barella e Mkhitaryan, con Dumfries e Dimarco esterni. Prima linea affidata a Thuram e Lautaro Martinez. Dietro c’è Sommer tra i pali, davanti a lui Pavard, De Vrij e Bastoni. Atteggiamento 4-2-3-1 per la Juventus, con Thiago Motta che davanti si affida a Vlahovic, con Conceicao, Fagioli e Weah a sostegno. Locatelli e McKennie intermedi, poi Di Gregorio tra i pali, Danilo e Kalulu centrali, Cambiaso e Cabal esterno. Dopo il grave errore in Atletico Madrid-Lille, arbitra Guida di Torre Annunziata.
Primo tempo pazzesco
Bellissimo spot per il calcio italiano. Inter e Juventus danno vita a quarantacinque minuti ad altissimo livello: cinque gol in una partita come non la si vedeva da tempo. Due squadre che se la giocano a viso aperto in un concentrato di emozioni e gol. All’intervallo, Inter avanti 3-2. Thuram anticipa Danilo che lo stende, nessun dubbio sul calcio di rigore. Dal dischetto va Zielinski che non sbaglia. La sfida decolla dopo il vantaggio nerazzurro, con i bianconeri che prendono a macinare gioco, Conceicao sembra un Ufo tanto è imprendibile. Una manciata di minuti e la Juve mette la freccia. Prima pareggia con Vlahovic, che raccoglie l’assist di McKennie e fulmina Sommer, poi mette il muso avanti con una giocata dei figli d’arte. Conceicao è ubriacante, mette in mezzo per Weah che fa 2-1. Partita ribaltata. Ma non c’è tempo per gioire perché le emozioni viaggiano alla velocità della luce. Gran giocata di Mkhitaryan che se ne va per vie centrali, chiude il triangolo con Thuram e la piazza alle spalle di Di Gregorio. Due giri di lancette e l’Inter torna avanti, complice un calcione di Kalulu a Dumfries in area. Anche qui nessun dubbio per Guida, calcio di rigore che Zielinski trasforma di giustezza: 3-2, ma che partita.
Yildiz la riprende
L’Inter riparte fortissima con la voglia di chiuderla e allunga con un diagonale angolatissimo di Dumfries che dal vertice destro infila Di Gregorio: 4-2. La Juve reagisce con personalità, ma è innegabile che il quarto gol complica i piani di Thiago Motta. Dimarco va vicino alla manita, ma ci pensa Di Gregorio a mettere i guantoni e spedire in angolo e ancora il portiere bianconero a chiudere su Barella. Ma la Juve non ha voglia di mollare e a venti dalla fine la riapre con Yildiz con un mancino velenoso che non lascia scampo a Sommer. Venti da giocare, partita apertissima. Si gioca senza soluzione di continuità, con occasioni da una parte e dall’altra. Occasionissima per Yildiz che manda di poco alto un invito di Savona, ma non impatta bene il pallone. La Juve insiste con il neo entrato Yildiz che si fa trovare solo sul secondo palo, gran diagonale ed è 4-4. Ma che partita. Adesso è la Juve a stare meglio, le occasioni non mancano, ma dopo otto gol, la serata può anche bastare. Finisce 4-4, spettacolo puro.
Lazio sempre più in alto
Continua l’ascesa della Lazio che blinda il quarto posto. I biancocelesti stendono all’Olimpico il Genoa per 3-0. Sblocca Noslin a metà primo tempo, la chiude la Lazio nel finale prima con Pedro e Vecino. Nelle altre partite del pomeriggio, due pareggi, tra Parma ed Empoli (1-1) e Monza-Venezia (2-2).