“Verità e giustizia”. Questo quanto chiede il Consiglio europeo, nel corso della seconda giornata, per Daphne Caruana Galizia. La cronista maltese, assassinata il 16 ottobre di tre anni fa, in un agguato sul quale, ancora oggi, non è stata fatta piena luce. Un omicidio che, proprio all’Europa, aveva chiesto una prova di coesione. “Nonostante i tre uomini sospettati del suo omicidio siano stati messi sotto accusa tre anni fa – ha detto il parlamentare olandese Pieter Omtzigt -, e l’intermediario abbia confessato un anno fa, il processo non è ancora cominciato, e la compilazione delle prove a carico cominciata nel 2017, avanza nella confusione a fasi alterne, senza una fine in vista”. Nessun passo concreto, nessuno scatto verso la verità. A ormai trentasei mesi da quel brutale attentato che fece scempio del corpo della giornalista investigativa di Sliema.
Caruana Galizia, il domino dopo il delitto
Le sue inchieste, volte a scoperchiare alcuni fatti di corruzione, nell’ambito degli scandali sui dossier dei Panama Papers, culminarono dopo la sua morte in una reazione a catena. Che, circa due anni dopo, avrebbe portato alle dimissioni del primo ministro Joseph Muscat. Travolto dalle proteste di un Paese sul piede di guerra, che per la morte di Daphne Caruana Galizia ha continuato a chiedere giustizia. E un passo indietro da parte di un governo ormai sfiduciato dalla popolazione. Tanto che dopo le dimissioni da premier, avvenute a inizio anno, qualche giorno fa Muscat aveva annunciato un passo indietro anche dalla carica di deputato dei laburisti, lasciando di fatto la carriera politica.
Colpita in modo durissimo dall’omicidio della reporter, che non aveva risparmiato la sua critica nei confronti del premier. Muscat, protagonista di un’ascesa politica coincisa con un buon periodo di sviluppo dello Stato insulare, aveva fin dall’inizio annunciato tutto il suo impegno nella ricerca dei responsabili dell’omicidio. Tentando di tenere le redini di un esecutivo che aveva visto il suo capo di gabinetto, Keith Schembri, e uno dei suoi ministri, Konrad Mizzi, finire al centro delle inchieste di Caruana Galizia.
L’appello dell’Europa
A spingere affinché si prosegua con fermezza sulla strada della giustizia, anche Dunja Mijatovic, commissario dei diritti umani del Consiglio europeo. “Un altro anno è passato senza verità e giustizia per Daphne Caruana Galizia. E dopo tre anni dal suo omicidio non è ancora stato accertato chi lo abbia ordinato e perché”. A novembre di un anno fa, in manette era finito l’imprenditore Yorgen Fenech, titolare del fondo segreto 17 Black di Dubai. Indicato come il presunto mediatore dell’omicidio della reporter.