Due anni e oltre trascorsi ad affrontare un male comune non sembrano aver sortito gli effetti di unità sperati. E se questo si nota a livello quotidiano, figurarsi sul piano geopolitico. Le tensioni fra Russia e Ucraina sono lo specchio di un quadro mondiale che sembra non riuscire a imporre nemmeno la propria voce diplomatica, arrancando sul labile confine che separa la geostrategia dal conflitto armato. L’allarme statunitense sul rischio di invasione da parte di Mosca ha messo in fibrillazione l’Occidente. Ma le carte diplomatiche giocate fin qui non sembrano aver portato a un punto di svolta. Anzi, dal colloquio fra il presidente americano, Joe Biden, e il leader del Cremlino Vladimir Putin, non è emerso nulla che faccia pensare a una distensione sulla frontiera est. La telefonata ha attraversato lo Stretto di Bering sostanzialmente per ribadire entrambe le posizioni. Nessuna intesa, né tantomeno un accordo per stemperare gli animi.
Ucraina, la strada diplomatica
La crisi sembra quindi avviata verso il confronto militare. Anche se da Kiev continuano a garantire che i toni siano esagerati e che un’invasione russa sia tutt’altro che imminente. Nelle scorse ore, il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak ha fatto sapere che la chiusura dello spazio aereo ucraino non è una misura contemplata, in quanto “assomiglierebbe molto a un autoisolamento”. Il premier ucraino Zelenskij, avrebbe inoltre intrattenuto un colloquio telefonico con Macron, presidente di turno dell’Ue, che continua a cercare la soluzione diplomatica. Il problema è che l’ultima giornata sembra sia stata caratterizzata da una serie di provvedimenti prudenziali che non hanno prodotto segnali positivi. Molti Paesi europei, Italia inclusa, avrebbero invitato i propri concittadini a lasciare l’Ucraina, mentre da Roma non si esclude l’invio di alcuni contingenti sul fianco sud-orientale dell’Europa. Anche se la via diplomatica resta viva: “Lavoriamo tutti al fine di evitare un’escalation – ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -. Ovviamente lavoriamo a mantenere aperto un canale di dialogo con Mosca”.
Kiev continua a vivere
Intanto, a Kiev si esorcizza con la vita quotidiana la paura della guerra. I locali sono rimasti aperti e la gente in strada starebbe conducendo una vita normale. Da un lato ribadendo l’unità del Paese contro la Russia, dall’altro dimostrando una relativa sicurezza rispetto alla minaccia della guerra. Nella giornata di ieri, inoltre, migliaia di persone sono scese in piazza per sostenere il Governo, invitandolo a resistere alle pressioni di Mosca. Eppure, il consigliere di Stato americano, Anthony Blinken, rinnova l’allarme: “Nessuno dovrà sorprendersi qualora la Russia dovesse provocare un incidente che poi userà per giustificare l’azione militare che ha pianificato”.