La Russia non ratificherà lo Statuto di Roma istitutivo della Corte penale internazionale (Cpi). La decisione è stata presa da Vladimir Putin che, su proposta del ministero della Giustizia, ha firmato un decreto ad hoc. Successivamente il ritiro dalla Cpi è stato comunicato al segretario generale dell’Onu.
La crisi ucraina
A incrinare i rapporti sarebbero state le valutazioni espresse dall’Aja in merito alla crisi ucraina. Secondo i giudici, infatti, la recente annessione della Crimea al territorio amministrato da Mosca s’inserisce nell’ambito di un più ampio conflitto armato tra Russia e Ucraina. La presenza di militari filorussi nel Donbass, anche considerato il sostegno fornito dal Cremlino, va quindi considerata una vera e propria occupazione militare. Accusa che Putin ha sempre respinto, sostenendo che la secessione crimea era il frutto di una votazione popolare. “E’ assolutamente in contraddizione con la realtà – ha commentato il portavoce dello “zar”, Dmitri Peskov – è in contraddizione con la posizione espressa in un referendum dai cittadini della Crimea quando hanno deciso di entrare a far parte della Federazione russa”.
“Corte poco imparziale”
“Purtroppo la Corte penale internazionale ha disatteso le aspettative e non è diventata un organo veramente indipendente e autorevole della giustizia internazionale – si legge in una nota del ministero degli Esteri – in diverse organizzazioni, tra cui l’assemblea generale dell’Onu e il Consiglio di sicurezza dell’Onu, è stato notato il lavoro poco efficace e a senso unico della Corte nel quadro dei casi investigati. E’ significativo il seguente fatto: nei 14 anni della sua attività, la Corte penale internazionale ha emesso solo quattro sentenze spendendo allo stesso tempo più di un miliardo di dollari”.
La Corte
Lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale è stato adottato durante una conferenza diplomatica con il patrocinio delle Nazioni Unite nel 1998. La Russia aveva ratificato il documento nel 2000. La Cpi non è un organo dell’Onu e non va confusa con la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, anch’essa con sede all’Aja. Ha però alcuni legami con il Palazzo di Vetro: ad esempio il Consiglio di sicurezza ha il potere di deferire alla Corte situazioni che altrimenti non sarebbero sotto la sua giurisdizione