La giornata di consultazioni la chiude LeU ma la voce parzialmente fuori dal coro è quella di Italia Viva. I renziani vanno a Montecitorio, a colloquio con il mandatario Roberto Fico, dopo le delegazioni di M5s e Partito democratico, unici a non fare categoricamente il nome di Giuseppe Conte come premier della nuova maggioranza. “Sono ripetitivo – ha detto Matteo Renzi -, ho sempre detto che i nomi arrivano dopo. Il dibattito è sui contenuti ed è il metodo che giustamente sta portando avanti il presidente Fico. Non abbiamo discusso di nomi, sono importanti ma arrivano alla fine”.
L’ex premier ha ribadito che Italia Viva vuole “un governo politico ma non a tutti i costi. Il mes vuol dire 36 miliardi, noi siamo convinti che questi soldi servano, se il M5s è contrario cercheremo di capire le ragioni e di affrontare tutti i punti in discussione”. Renzi ha fatto riferimento alle parole del capo politico M5s, Vito Crimi, che aveva invitato le forze politiche a mettere da parte la discussione sul Meccanismo di stabilità.
Renzi: “Serve investimento sanitario”
L’ex premier fa il punto anche sulla crisi di governo, innescata proprio da Italia Viva ma che, garantisce, “non nasce dalle antipatie”, quanto piuttosto “dalle risposte ai cittadini”. E ribadisce: “Serve un metodo condiviso e soprattutto un documento scritto. Per noi è fondamentale. Noi siamo pronti a fare la nostra parte su un documento scritto che toglie a tutti gli alibi”. E parzialmente ritorna sul Mes, sostenendo come non servano “interventi stravaganti sui vaccini, non servono ‘primule’, come non servivano i banchi a rotelle. Serve un investimento sanitario all’altezza”. E conclude ribadendo che il problema non è quali ministeri finiranno a Italia Viva, quanto le modalità di spesa del Recovery Fund: “Nei posti di lavoro, non in sussidi. Nella ricerca, non nel day by day”.
LeU: “Necessaria una legge elettorale”
Un altro tema, in chiusura, lo solleva Liberi e Uguali. Il capogruppo alla Camera, Federico Fornaro, in uscita da Montecitorio pone la priorità del suo gruppo, che poi sono due: “È assolutamente necessaria una legge elettorale di impianto proporzionale. Dobbiamo rafforzare con investimenti e maggiori risorse il servizio sanitario nazionale”.