La crisi energetica non lascia tregua ai governi occidentali. Il riverbero della guerra in Ucraina ha fatto sentire i propri effetti soprattutto sul piano energetico, perlomeno al di qua dei confini ucraini. E, con l’estate ormai agli sgoccioli, le prospettive su autunno e inverno sono tutt’altro che rosee. Se non altro per quel che riguarda le forniture di gas, già ridotte per quel che riguarda gli approvvigionamenti provenienti dalla Russia. Un tema che sta preoccupando il dimissionario governo italiano tanto che, nei giorni scorsi, era stata addirittura ipotizzata la possibilità di interrompere la campagna elettorale per mettere a punto un piano d’emergenza contro il caro energia. Per il momento, tuttavia, si sta cercando qualche soluzione senza stravolgere l’agenda dei partiti. Anche se ulteriori ombre sull’immediato futuro energetico dell’Europa la getta il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.
Zelensky accusa la Russia
Il leader ucraino torna a puntare il dito contro Mosca, nel suo consueto videomessaggio alla Nazione. E lo fa mettendo sul tavolo il tema centrale di questo momento storico, attribuendo alla Russia una precisa strategia di pressione nei confronti dell’Europa: “In questi giorni, la Russia sta cercando di aumentare ancora di più la pressione energetica sull’Europa: il pompaggio di gas attraverso il Nord Stream è completamente interrotto. Perché lo stanno facendo? La Russia vuole distruggere la vita normale di ogni europeo, in tutti i paesi del nostro continente. Vuole indebolire e intimidire tutta l’Europa, ogni Stato”. In pratica, secondo Zelensky, Mosca sta utilizzando l’arma indiretta dell’energia in luogo di quelle convenzionali, cercando di colpire attraverso povertà e caos a livello politico. Un attacco che, secondo il presidente ucraino, può essere evitato attraverso degli aiuti reciproci fra Paesi.
Attacchi combinati
“Questo inverno, la Russia si sta preparando per un decisivo attacco energetico contro tutti gli europei. E le risposte chiave a questo dovrebbero essere due cose: la prima è la nostra unità, unità nella difesa contro uno stato terrorista, e la seconda è il rafforzamento della nostra pressione sulla Russia. Ovvero il rafforzamento di tutti i livelli di sanzioni e la limitazione delle entrate del petrolio e del gas della Russia”. Una strategia in parte seguita dai Paesi europei ma che, secondo Zelensky, dovrà essere rafforzata: “Più attacchi sferriamo tutti insieme, meno attacchi questi terroristi saranno in grado di compiere”.