Aveva storcere il naso un po’ a tutti Christine Lagarde, che nella conferenza stampa di ieri ribadiva l’intenzione della Bce di non ribassare i tassi e alzare il Quantitative easing, come misure primarie di contrasto all’emergenza Covid sul piano economico. Aggiungendo inoltre, in conferenza stampa, di “non essere qui per ridurre gli spread”. Di sicuro, dichiarazioni che non erano piaciute all’Italia, con il Presidente della Repubblica Mattarella che, nella serata di ieri, aveva diramato una nota in cui faceva appello all’Europa affinché aiutasse il nostro Paese (il secondo al mondo più colpito dalla pandemia da coronavirus) piuttosto che porre ostacoli. In parte, la retromarcia della Banca centrale europea c’era stata già ieri (“L’Italia beneficerà delle nuove misure. Noi ci saremo”). Ora, però, arriva il passo indietro definitivo in relazione ai timori sul Patto di Stabilità, per il quale Von der Leyen garantisce “massima flessibilità” da parte di Bruxelles.
Retromarcia
In sostanza, prendendo atto della replica italiana, la presidente della Commissione ha spiegato che in Europa “siamo pronti ad aiutare l’Italia con tutto quello di cui ha bisogno, in questo momento è colpita severamente dal virus, sosteniamo tutto quello di cui ha bisogno e tutto quello che chiederà. Il prossimo potrebbe essere un altro Stato membro”. Una retromarcia significativa che, per il momento, rassicura almeno in parte sul progredire delle ritorsioni economiche sul nostro Paese dovute all’emergenza. A Von der Leyen, si accoda il vicepresidente (ed ex vice-Moscovici) Vladis Dombrovskis: “Abbiamo bisogno di solidarietà per affrontare questa emergenza sanitaria. Sappiamo che avrà un impatto economico significativo. In caso di grave recessione economica della zona euro o dell’Ue, la Commissione è pronta ad attivare la clausola di salvaguardia (general crisis escape clause) del Patto di Stabilità che consentirà una politica di sostegno fiscale più generale”.
La clausola
A quattro mani con il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, lo stesso Dombrovskis ha scritto all’Italia in relazione ai 25 miliardi stanziati per l’emergenza, spiegando che “ogni misura ‘una tantum’ sulla spesa, decisa in relazione alla risposta alla pandemia, sarà esclusa per definizione dal computo del deficit strutturale e non ne sarà tenuto conto quando si valuterà la conformità con lo sforzo fiscale richiesto nell’ambito delle regole esistenti. Inoltre, la Commissione Ue valuterà ogni possibile richiesta sotto la ‘clausola eventi imprevisti’, usando il massimo della flessibilità” delle regole Ue”. Nella comunicazione di Bruxelles, in sostanza, si specifica che “a Commissione Ue è pronta a proporre al Consiglio di attivare la clausola di crisi per accomodare un sostegno fiscale più generale. Questa clausola sospenderà gli aggiustamenti di bilancio raccomandati dal Consiglio in caso di recessione severa della zona euro e della Ue”.