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Covid, vaccini: i dati a 35 giorni dalla prima dose. E partono i test salivari

Primo report congiunto fra Iss e Ministero della Salute dall'inizio della campagna vaccinale: calano del 95% i decessi, dell'80% le infezioni

Via libera ai test salivari per il rilevamento dell’infezione da SarsCov-2. La circolare del Ministero della Salute risolve un dibattito andato avanti nelle ultime settimane attraverso una circolare che regola il loro utilizzo. Secondo il Ministero, questa tipologia di test anti-Covid risulta utile nell’ottica di screening ripetuti per ragioni professionali. O anche per altre questioni, come nel caso di anziani o disabili, ma anche sui bambini a scuola. Si parla, secondo alcuni studi, di sensibilità fra il 53% e il 73%. Un’opzione che, a ogni modo, dovrebbe essere considerata nel momento in cui non dovesse essere possibile avere dei tamponi standard.

Test salivari, la circolare ministeriale

Secondo la circolare ministeriale, i test salivari dovranno essere utilizzati entro i primi cinque giorni dalla manifestazione dei sintomi. In effetti, pur ricevendo il via libera il test tramite saliva non sostituisce la validità più consolidata dei campioni nasofaringei e orofaringei. Resta il fatto che, circolare alla mano, tutti i test (inclusi quelli salivari) dovranno essere accreditati presso il sistema informativo regionale. Come spiegato dal Ministero, “l’uso della saliva per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 prevede un metodo di raccolta non invasivo, tuttavia la corretta raccolta del campione salivare è un passaggio cruciale. I campioni di saliva possono essere eterogenei (saliva orale, saliva orofaringea posteriore) e le diverse tecniche e sedi di raccolta possono avere un impatto sulla sensibilità del metodo”.

Vaccini, i dati dell’Iss

Nel frattempo, l’Iss tira le prime somme sulla progressione della campagna vaccinale. A 35 giorni dall’inizio del ciclo di vaccini anti-Covid, l’Istituto superiore di Sanità individua una riduzione estremamente sensibile sia delle infezioni (80%) che dei ricoveri (90%). Il trend migliora anche sul piano dei decessi, sia si tratti uomini che di donne, di qualunque fascia d’età. Al momento, secondo i dati forniti, si parla di una riduzione del 95% delle morti causate dal Covid-19. Si tratta del primo report nazionale sull’impatto della vaccinazione contro il virus nel nostro Paese, frutto del lavoro congiunto di Iss e Ministero della Salute. I dati presi in considerazione vanno dal 27 dicembre 2020 al 2 maggio 2021, ovvero su quasi 14 milioni di persone sottoposte almeno alla prima dose di vaccino.

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