Altri 11.641 casi di Covid-19 in Italia. Un leggero calo rispetto ai 13.442 della giornata di ieri, a fronte di 206.789 test (sia molecolari che antigenici), anch’essi in calo (ieri erano stati 282.407). A fronte di questo, tuttavia, si registra anche una riduzione del numero dei decessi: 270 contro i 385 di 24 ore fa. Questi i principali dati del Ministero della Salute, che evidenzia inoltre un tasso di positività incrementato dello 0,9%: 5,6% contro il 4,7% della giornata di ieri.
Per quanto riguarda le terapie intensive, il calo è di 3 unità nelle ultime 24 ore: 2.107 in totale le persone ricoverate in tali reparti. In quelli ordinari si registrano 19.266 pazienti, -142 rispetto a ieri. Gli attualmente positivi sono 427.024, solo 10 meno di ieri. I guariti sono 11.380 in 24 ore, per un totale di 2.118.441 dall’inizio della pandemia. Le vittime totali, invece, salgono a 91.273. Un bilancio estremamente drammatico.
Speranza: “Il Covid circola”
Nel frattempo, si chiude il primo weekend in zona gialla, che ha visto (complice il bel tempo di sabato) diverse situazioni di semi-assembramento in alcune zone d’Italia. Anche per questo in giornata era tornato a chiedere prudenza il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Serve massima prudenza su tutto il territorio nazionale – ha scritto su Facebook -. Non dobbiamo vanificare i progressi delle ultime settimane, risultato dei sacrifici fatti finora. Zona gialla non significa scampato pericolo. Il virus circola e il rischio, anche per via delle varianti, resta alto. Non possiamo scherzare con il fuoco”.
Il caso Umbria
Parole che si inseriscono in un contesto nazionale che parla ancora la lingua dell’emergenza. In particolare, l’Umbria registra una situazione complicata: 484 i nuovi ricoverati, 26 in più di ieri, 73 in terapia intensiva (+3). Per questo la regione si prepara ad adottare nuove misure restrittive. Si resta inoltre vigili sulla questione varianti: “Al momento – spiega l’Iss – non sono emerse evidenze scientifiche della necessità di cambiare le misure, che rimangono quindi quelle già in uso: mascherine, distanziamento sociale e igiene delle mani”.