In questa fase della pandemia, in cui ci si confronta con varianti derivate da Omicron meno aggressive rispetto al virus SarsCoV2 originario e in cui buona parte della popolazione è vaccinata o ha contratto l’infezione, la vaccinazione dei bambini e degli adolescenti sani potrebbe non essere necessaria, mentre resta raccomandato un richiamo ogni 6-12 mesi per le persone ad alto rischio.
Le raccomandazioni OMS
Sono queste le due principali raccomandazioni uscite dall’ultimo meeting del gruppo tecnico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicato ai vaccini (Strategic Advisory Group of Experts on Immunization – SAGE). Le raccomandazioni, valide per questa specifica fase della pandemia, dividono la popolazione in tre classi di priorità. Per il gruppo ad alta priorità, che comprende anziani, persone immunodepresse o con patologie, donne in gravidanza, operatori sanitari, è raccomandato un richiamo a 6-12 mesi dall’ultima dose.
Il gruppo a priorità media comprende adulti sani e bambini e adolescenti con comorbidità: è raccomandata la serie di vaccinazione primaria e la terza dose, ma non le dosi booster aggiuntive di routine. Infine, il gruppo a bassa priorità, vale a dire bambini e adolescenti sani.
L’Oms non fornisce una raccomandazione generalizzata alla vaccinazione e suggerisce di basare la scelta su fattori contestuali. “I paesi dovrebbero considerare il loro contesto specifico nel decidere se continuare a vaccinare gruppi a basso rischio, come bambini e adolescenti sani, senza compromettere i vaccini di routine che sono cruciali per la salute e il benessere di questa fascia di età”, ha detto Hanna Nohynek, a capo del SAGE. Le raccomandazioni contengono un’indicazione anche per le donne in gravidanza, a cui è consigliato un richiamo se sono passati più di sei mesi dall’ultima dose: la vaccinazione “protegge sia loro sia il feto”, scrive l’Oms.