Sono oltre 100mila i casi di coronavirus accertati in Africa: lo ha annunciato oggi l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sul suo sito internet, spiegando che il Covid-19 si è ormai diffuso in tutti i Paesi africani, nessuno escluso, dal giorno in cui è stato registrato il primo caso di infezione, 14 settimane fa, in Egitto. Tuttavia, ha sottolineato l’Oms, l’Africa non ha sperimentato al momento l’elevata mortalità vista in altre parti del mondo.
Il covid in Africa
Ad oggi le vittime confermate da Covid-19 nel continente africano sono 3.100. Secondo gli ultimi aggiornamenti della Johns Hopkins University, su 5 milioni 230 mila positivi e 338.480 morti nel mondo, i Paesi africani più colpiti dalla pandemia sono: Sud Africa (il Paese con più casi positivi, oltre 20mila, ma solo 397 decessi), Egitto (15mila contagiati e 707 morti, il numero più alto di decessi del continente); seguono due Paesi affacciati sul mediterraneo: Algeria (7.918; 582) e Marocco (7.375; 197); subito dopo c’è la Nigeria, la Nazione più popolosa dell’Africa, con 7.221 positivi e 221 morti. Poi il Ghana (6.617; 31) e il Camerun (4.400; 159). Gli altri Paesi africani hanno meno di 4 mila contagi e 100 morti)
Africa da esempio
In merito, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres aveva affermato pochi giorni fa che i Paesi sviluppati dovrebbero trarre una “lezione” da imparare dalle “misure preventive molto coraggiose” adottate da alcuni Paesi africani per limitare la diffusione del coronavirus. “Rispetto alle nostre previsioni di inizio crisi, il Covid è progredito in modo molto più lento”, aveva sottolineato Guterres in un’intervista rilasciata alla radio RFI. “Questa lentezza è in gran parte dovuta al fatto che la maggior parte dei governi e delle società africane ha adottato misure di prevenzione molto coraggiose nel tempo, una lezione per alcuni Paesi sviluppati che non l’hanno fatto”, aveva concluso. Sul prossimo futuro, Guterres non ha dubbi: “Non commettiamo errori, c’è molta strada da fare. Il virus resterà con noi per molto tempo. La maggior parte della popolazione del mondo rimane suscettibile e l’epidemia può facilmente riaccendersi”, avverte il segretario generale Onu.