Nel Lazio saranno fatti tamponi rapidi anche dal medico di famiglia o dal pediatra. “Da luglio gli appartenenti alla categoria avevano chiesto di aprire alla medicina generale e alla pediatria la possibilità di fare il tampone rapido e il sierologico per controllare i contagi dovuti al virus. Sempre in base al punto di vista della volontarietà del collega e del fatto di avere gli spazi idonei. Questa proposta è stata accettata dall’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, speriamo che il bando venga pubblicato a giorni”. Lo ha annunciato Pierluigi Bartoletti, segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) di Roma, a margine del 77esimo congresso nazionale in corso a Villasimius (Cagliari).
La rete di sorveglianza della medicina generale
“Io ho proposto alla Regione di fare una rete di sorveglianza con la medicina generale e la pediatria sulle malattie infettive. É una cosa che non ha fatto ancora nessuno. La proposta è già costruita, ma serve un avviso pubblico per capire chi tra i medici di famiglia e i pediatri vuole partecipare – aggiunge – Abbiamo un problema di salute pubblica e a noi oggi serve dare una risposta”.
Bisogna garantire il tracing di quello che si fa
“Io i tamponi posso già farli, ma il tema è fare i test in una rete regionale che consenta di garantire il tracing di quello che si fa. La malattia si sconfigge andando condominio per condominio, se scopri i positivi li blocchi lì. Con i drive-in non ce la fai“, aggiunge Bartoletti, responsabile Usca-R del Lazio, i team di medici e infermieri che operano sul territorio.
E se mio figlio è positivo?
“Faccio un esempio – precisa – se mio figlio deve tornare a scuola e serve un tampone io, con la nostra proposta, posso prendere appuntamento dal pediatra che mi fa il test rapido e se è negativo può tornare subito a scuola. Se è positivo a quel punto si ferma tutto e vai al drive-in per il tampone molecolare“.