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Covid, contagi in salita. Speranza: “Abbiamo 48 ore per la nuova stretta”

Il ministro della Salute spinge per nuove restrizioni ma per ora non si parla di un lockdown generalizzato. Ipotesi stop alle regioni più a rischio

Il sentore, dopo il nuovo record della giornata di ieri, è che la progressione dei nuovi contagi richiederà nuovi provvedimenti e nuove restrizioni anche in Italia. Lo ribadisce il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un momento storico in cui il Covid-19 vive una fase di picco soprattutto in Europa, con diversi Paesi che hanno già adottato misure di chiusura. Uno scenario che in Italia si è cercato finora di scongiurare ma che, alla luce dell’andamento del virus, non sembra più tanto remoto. “La curva epidemiologica è ancora molto alta – ha detto Speranza al Corriere della Sera -. Mi preoccupa il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà”.

Speranza, tema scuola

Il ministro della Salute ha fatto sapere che “abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore“. Questo perché, secondo Speranza, c’è ancora troppa gente nelle strade anche se, sulle terapie intensive, ha spiegato come la situazione sia ancora in tenuta. La scuola, invece, deve essere difesa ma “non è intangibile” in una fase di pandemia. Proprio sul tema delle lezioni, però, si consuma il dibattito più spinoso: “L’idea del governo è sempre quella di non toccare le scuole. Vogliamo difenderle il più possibile, ma purtroppo dobbiamo farlo dentro il contesto di una epidemia”. E “non a caso non abbiamo impugnato le ordinanze” di Campania e Puglia sulla scuola, che hanno disposto il blocco delle lezioni in presenza.

Limitazioni fra Regioni

A ogni modo, prima di parlare di lockdown generalizzato, lo step più imminente sembra essere quello dello stop alle Regioni, probabilmente quelle più a rischio, che vedranno lo stop anche degli spostamenti interni. Un punto interrogativo che va risolvendosi di ora in ora e che potrebbe essere definitivamente fugato con un nuovo Dpcm. Secondo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “la curva sta subendo un’impennata così rapida che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza”. Sulle zone rosse però, che Speranza per il momento non ipotizza, decideranno probabilmente i governatori. Ipotesi per ora, in attesa di nuove delucidazioni attese per domani.

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