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Covid-19, tasso di positività in leggero aumento: 44 le vittime

Meno tamponi rispetto alla giornata di sabato: 276.221. Cala il numero dei decessi. Nel frattempo, si discute sulla terza dose a tutto il comparto sanitario

Dati costanti quelli sulle nuove positività al Covid. Dai 3.525 positivi di ieri, secondo i numeri del Ministero della Salute, si è passati ai 3.099 della giornata di oggi, a fronte del consueto calo nel numero dei tamponi. Nella giornata di ieri, fra molecolari e antigenici, ne erano stati effettuati 357.491. Oggi si è scesi a 276.221, con tasso di positività in leggero aumento: 1,1%. Il numero delle vittime torna a scendere: 44 rispetto alle 50 della giornata di sabato. Complessivamente, sono stati raggiunti i 4.660.314 casi dall’inizio della pandemia e le 130.697 vittime, con gli attualmente positivi attestati a 102.244 (calo di 330 casi nelle ultime 24 ore).

Covid: ricoveri e guariti

Per quanto riguarda i guariti e i dimessi, il numero da inizio pandemia è di 4.427.373, con un incremento di 3.385 rispetto a ieri. Nei reparti di terapia intensiva sono ricoverati 483 pazienti, + 2 rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri a causa Covid sono 22 contro i 26 delle ventiquattro ore precedenti. Nei reparti ordinari si trovano ricoverati al momento 3.435 pazienti con sintomi, 62 in meno rispetto alla giornata precedente. Il tutto mentre ci si avvicina ai nuovi obblighi relativi al Green Pass, previsti a partire dalla metà del prossimo mese. Disposizioni pensate dal Governo per incrementare il ricorso al vaccino e raggiungere l’obiettivo del 90% di copertura entro la fine dell’anno.

Terza dose ai medici

Nel frattempo, si continua a ragionare sull’utilità della terza dose, già avviata per i soggetti fragili. Nelle ultime ore, il presidente dell’Ordine dei Medici, Filippo Anelli, è tornato a parlarne in relazione alla categoria e sull’esposizione al rischio di chiunque opera nel comparto sanitario. “I sanitari a rischio per noi sono tutti. Ognuno ne ha uno proprio”. Di fatto, una richiesta implicita al Cts, per far sì che la terza somministrazione venga estesa a tutto il personale sanitario. “Può avere un senso partire da quelli più esposti come quelli che lavorano nei reparti Covid”. Resta tuttavia difficile quantificare le percentuali di rischio: “E’ giusto assicurare la terza dose prima agli immunodepressi, nelle Rsa e agli anziani ma la terza dose garantisce la riduzione del rischio marginale al personale sanitario e medico esposto nelle strutture, a contatto con i pazienti”.

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