Genova, operai in quarantena
A Genova gli operai che lavorano al cantiere del Ponte Morandi sono stati messi in isolamento. Sarebbero 49 i dipendenti rintracciati e posti in quarantena per almeno due settimane. La decisione è stata presa dopo che ieri si era registrato il primo caso di positività al Coronavirus nel cantiere: un uomo di Reggio Emilia, dipendente della Fagioli, una delle aziende principali in azione sul viadotto. In mattinata, si è tenuta una videoconferenza tra i costruttori e i sindacati, mentre in queste ore, dialogano sindacati confederali, di categoria e struttura commissariale. Il consorzio PerGenova, in accordo con i protocolli sanitari applicati dalla Asl, ha dato avvio a una sanificazione ancora più approfondita rispetto a quella che veniva effettuata già nei giorni scorsi e che interessa gli spazi comuni come docce, mense, spogliatoi e mezzi di lavoro. La maggior parte delle lavorazioni sono sospese a causa delle forti raffiche di vento anche se il ritmo era già stato arrestato dai casi di positività.
Le richieste dei sindacati a Genova
“Sappiamo che questo cantiere è un simbolo per tutta Italia ma in questo momento va messa al primo posto la salute dei lavoratori”, così Federico Pezzoli, segretario generale della Fillea Cgil di Genova ribadisce, alla luce del primo caso di Covid nel cantiere del ponte di Genova, un concetto espresso da giorni dai sindacati di categoria. “Non ci interessa se si tratterà di rinviare di un mese il taglio del nastro, diciamo da giorni che bisogna rallentare se non fermare i lavori, adesso accadrà volenti o nolenti” -afferma. “Il caso di contagio è emerso proprio perché il consorzio sta applicando in maniera esemplare le norme del protocollo ministeriale su attività produttive, lavorative e Coronavirus, infatti l’operaio è risultato febbricitante durante le misurazioni della temperatura in ingresso in cantiere” sottolinea Pezzoli. “Sappiamo di un nuovo operaio con la febbre e in attesa degli esiti del tampone, potrebbe non essere Covid ma la paura che il contagio possa propagarsi è giustificata – conclude – nessuno vorrebbe fermare il cantiere, il commissario ha pieni poteri per farlo andare avanti, ma un rallentamento sarà comunque imposto dai protocolli e noi esigiamo che vengano rispettati”.
Tragedia di decessi tra i sanitari
Ogni giorno si allunga la lista dei medici deceduti per Covid-19. Dopo Giulio Calvi, altri due medici di Bergamo e Pesaro fanno salire a 46 il bilancio dei morti. A comunicarlo è la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), che cura una pagina del suo sito listata a lutto. Annamaria Focarete, presidente della sezione lecchese della Simg (Società italiana di medicina generale e delle cure primarie), consigliere provinciale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) e già consigliere dell’Ordine provinciale dei medici di Lecco, si è spenta questa mattina all’alba nella Rianimazione dell’ospedale di Merate. “Ci aveva illuso Anna – è la testimonianza di Marino Lafranconi, segretario Fimmg Lecco – Con la tempra di sempre aveva dato segni di ripresa, sembrava scamparla anche al Covid. Poi una superinfezione ce l’ha portata via ed è volata. Anna ora vola in alto!”, è l’addio commosso del collega. All’alba è morta Anna Maria Focarete, consigliere provinciale della Fimmg di Lecco. E sempre tra ieri e oggi è deceduto Benedetto Comotti di Bergamo.
Lombardia, le parole di Fontana
Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha spiegato questo pomeriggio che il numero di contagi nella regione si è ridotto nelle ultime 24 ore. “Questo non ci deve però far abbassare assolutamente la guardia – ha ammonito il governatore – Fare sacrifici costa fatica, ma porta dei risultati. A Wuhan c’è la prova che i sacrifici fatti hanno portato sicuramente all’ottimo risultato di un blocco completo del contagio. Quindi dobbiamo andare anche noi a ribadire, insistere e sottolineare la necessità di continuare a rispettare le regole che sono state date”. Mentre per quanto riguarda le case di riposo (in Calabria, LA GOVERNATRICE Santelli ha chiuso cinque comuni) , la situazione “è sicuramente sotto controllo: siamo in costante contatto con tutte le case di riposo. Si fanno scelte sulla base delle necessità e si pensa di arrivare a una soluzione della questione individuando chi è anche solo mono sintomatico. Queste persone faranno il tampone e saranno allontanate in caso di positività. Faremo distinzioni Rsa per Rsa, ma è un problema sicuramente alla nostra attenzione” -assicura Fontana., il quale interviene anche sulla problematicità dei tamponi disponibili: “Noi abbiamo un problema di processamento. Con i nostri laboratori siamo praticamente al limite e processiamo poco più di 5mila tamponi al giorno. Andiamo avanti in quella direzione, nel rispetto delle regole, che prevedono ora di effettuare tamponi anche ai monosintomatici”.
Intervento presidente CSS
“Ad oggi è inevitabile il prolungamento delle misure di contenimento”, ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, nella conferenza stampa dell’Iss. Ciò perchè, ha spiegato, “non siamo in una fase marcatamente declinante ma in una fase, sia pure incoraggiante, di contenimento”. Inoltre, anche dopo, “dovremo immaginare alcuni mesi in cui adottare misure attente – ha affermato il presidente Iss Silvio Brusaferro – per evitare la ripresa della curva epidemica”.
Lotta alle fake news
“Dobbiamo studiare seriamente un’iniziativa istituzionale, forse anche un meccanismo sanzionatorio più efficace per evitare il diffondersi delle fake news. Sono convinto che queste vadano combattute con forza, intervenendo a vari livelli”. Lo afferma il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella che continua: “Ciò significa ad esempio rafforzare il già importante ruolo della Polizia postale nell’individuazione delle ‘fonti tossiche’ e, al tempo stesso, fare leva sull’attività di debunking, dismascheramento delle notizie false – prosegue Martella – i responsabili di questa informazione nociva devono sapere che, a fronte di un danno procurato alla comunità, corrisponde un dazio certo da pagare”. Mentre, secondo alcuni dati sembra calare l‘inquinamento nelle principali capitali europee a seguito delle misure restrittive.