Covid-19: tornano a salire i morti, oltre 20mila positivi

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Oltre 20mila positivi (ieri i casi individuati erano stati 15.267) e 502 le vittime (ieri erano 354) per un totale dall’inizio dell’emergenza di 103.001. Il tasso di positività scende al 5,5% (ieri 8,5%).

Sono 3.256 (3.157) i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 99 più di ieri nel saldo tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 319 (ieri erano 243). Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 26.098 persone, con un incremento nelle ultime 24 ore di 760.

Il caso Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna ci sono 378 persone ricoverate per Covid-19 in terapia intensiva: si tratta del numero più alto in assoluto, che ha superato quella della prima ondata. Al picco precedente, registrato il 5 aprile, in terapia intensiva c’erano 374 pazienti.

L’andamento delle vaccinazioni

Le dosi di vaccino somministrate sono oltre 6,8 milioni. I cittadini che hanno ricevuto la seconda dose sono più di 2 milioni. 

Mentre il vaccino AstraZeneca è stato sospeso invia precauzionale in attesa del parere dell’Ema di giovedì, in Europa sono in arrivo 300 milioni di dosi nel secondo trimestre: “Nel sistema europeo è la scienza a guidare l’autorizzazione dei vaccini. Non la politica. Questa ondata di dubbi” su AstraZeneca “mette l’Ema al centro, ma per la Commissione c’è solo una strada, quella dell’Ema. Basiamo la nostra politica sulla scienza. Questo è il modo europeo”. Così il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas, in un’intervista all’ANSA.

La distribuzione di trecento milioni di dosi di vaccino per l’Ue per il secondo trimestre è un numero che resta in piedi. “Quanto avviene con AstraZeneca non mette in questione la distribuzione delle dosi, ma il loro utilizzo. Noi mettiamo questo numero di dosi a disposizione degli Stati membri ma non gestiamo i loro piani vaccinali”, ha dichiarato Schinas. “E’ ragionevole dire che restiamo sull’obiettivo perché Pfizer produce molto di più, e perché Johnson & Johnson ha un nuovo accordo con un sito in Germania, per il ‘fill and finish'”.

Il documento Inail-Iss-Aifa-ministero

Secondo il documento Inail-Iss-Aifa-ministero, le persone con pregressa infezione da Covid-19 confermata da test molecolare, “dovrebbero essere vaccinate”. “È possibile considerare la somministrazione di un’unica dose purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dall’infezione e entro i 6 mesi dalla stessa”. Fanno eccezione le persone con condizioni di immunodeficienza.

Per Iss, ministero Salute, Aifa e Inail su prevenzione e controllo in tema varianti e vaccinazione, anche chi è vaccinato, dopo un’ esposizione ad alto rischio con un caso Covid, “deve adottare le stesse indicazioni preventive valide per una persona non sottoposta a vaccinazione, a prescindere dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione”. 

Il vaccinato considerato contatto stretto deve osservare, purché sempre asintomatico, 10 giorni di quarantena dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo al decimo giorno o 14 giorni dall’ultima esposizione.

Serena Livoli: