Un settore già pesantemente vessato dalla crisi economica e dagli effetti della digitalizzazione è quello dell’editoria. Ed in particolare del giornalismo. Quest’ultimo, se da una parte ha scoperto le potenzialità della rete, dall’altra soffre sempre più della caduta delle vendite. A rischio c’è l’indipendenza e la libertà di quello che lo storico britannico Thomas Macalaulay ha definito il “quarto potere dello Stato” nel 1828. Oggi, la recessione innescata dalla pandemia di Coronavirus rischia di mettere a repentaglio questo strumento indispensabile per la salute di qualsiasi sistema democratico.
L’appello degli editori all’Unione Europea
“Affinché l’Europa rimanga il cuore della libertà e del pluralismo dei media e per una stampa sana e sostenibile, le istituzioni europee devono adottare misure adeguate per affrontare gli attuali squilibri nel mercato digitale garantendo che gli abusi della grandi piattaforme siano adeguatamente contrastati”. Questo l’appello lanciato da Ilias Konteas, direttore esecutivo dell’EMMA e dell’ENPA, le associazioni degli editori Ue di periodici e giornali. Inoltre, si legge nel comunicato diffuso dalle due organizzazioni, “è cruciale che i politici europei creino il necessario quadro finanziario e normativo per mantenere un settore della stampa libero, indipendente, vivace e diversificato”.
Il ruolo delle istituzioni Ue
Gli editori invitano le istituzioni europee a garantire le condizioni per “proteggere la sicurezza dei giornalisti e dei lavoratori dei media e la loro indipendenza da qualsiasi pressione politica o istituzionale”. La pandemia di coronavirus, sostengono le associazioni, ha confermato che “i giornali e le riviste restano i media più affidabili” grazie all’offerta di una informazione di qualità. La diffusione di edizioni digitali, si legge ancora nella nota, ha raggiunto “il massimo storico”.