Covid-19, la straordinaria testimonianza di un medico: “Ero ateo ma ora sono tornato a Dio”

Logo Interris - Coronavirus, prova o castigo?

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Coronavirus, prova o castigo?

Dal 21 febbraio il coronavirus ha fatto irruzione all’interno dei confini italiani causando oltre 4.000 morti. Quotidianamente veniamo informati di quante persone sono decedute, quanti sono guariti e a qual è il bilancio dei contagiati in totale. L’Italia intera si è commossa di fronte alla triste immagine della colonna dei camion dell’Esercito italiano che, mercoledì scorsa, portava via da Bergamo le salme perché non c’era più posto nei cimiteri. Una scena simile si è ripetuta questa mattina, quando altre 70 salme sono state portate in altre province per essere cremate.

Medici e infermieri eroi silenziosi

Troppo spesso passa in secondo piano quello che accade nelle corsie degli ospedali. Sì, ogni giorno viene lodato l’impegno di medici, infermieri, operatori sanitari, la loro dedizione al lavoro e l’enorme sforzo che stanno facendo, ma non si tiene in considerazione le loro emozioni, la loro paura. In questi giorni più volte abbiamo ascoltato i loro appelli disperati rivolti a tutti gli italiani a rimanere a casa, affinché i loro sforzi non vengano vanificati.

La testimonianza di un medico

In queste ore sta circolando sui media la toccante testimonianza di un medico, impegnato in prima linea contro il coronavirus, in servizio in Lombardia e riportata dal sito online “La luce di Maria“. “Ero ateo – racconta -, ora sono felice di essere tornato a Dio”. “Mai negli incubi più oscuri ho immaginato che avrei potuto vedere e vivere quello che sta succedendo qui nel nostro ospedale da tre settimane. L’incubo scorre, il fiume diventa sempre più grande. All’inizio ne arrivavano alcuni Poi decine e poi centinaia e ora non siamo più dottori ma siamo diventati dei selezionatori sul nastro. Siamo costretti a decidere chi deve vivere e chi dovrebbe essere mandato a casa a morire, anche se tutte queste persone hanno pagato le tasse italiane per tutta la vita”.

La conversione

“Fino a due settimane fa, io e i miei colleghi eravamo atei. Era normale perché siamo medici e abbiamo imparato che la scienza esclude la presenza di Dio. Ho sempre riso dei miei genitori che andavano in chiesa. Nove giorni fa un sacerdote di 75 anni venne da noi. Era un uomo gentile, aveva gravi problemi respiratori ma aveva una Bibbia con sé e ci ha impressionato che la leggeva ai morenti e li teneva per mano. Eravamo tutti dottori stanchi, scoraggiati, psichicamente e fisicamente sfiniti, quando abbiamo avuto il tempo di ascoltarlo. Ora dobbiamo ammettere: noi come umani abbiamo raggiunto i nostri limiti, di più non possiamo fare e sempre più persone muoiono ogni giorno. Siamo sfiniti, abbiamo due colleghi che sono morti e altri sono stati contagiati. Ci siamo resi conto che dove finisce ciò che l’uomo può fare, abbiamo bisogno di Dio. E abbiamo iniziato a chiedere aiuto a Lui, quando abbiamo qualche minuto libero parliamo tra di noi e non possiamo credere che da feroci atei siamo adesso ogni giorno alla ricerca della nostra pace, chiedendo al Signore di aiutarci a resistere in modo che possiamo prenderci cura dei malati”.

“Felice di essere tornato a Dio”

“Ieri è morto il sacerdote 75enne. Lui che fino ad oggi, nonostante avessimo avuto oltre 120 morti in 3 settimane qui e fossimo tutti sfiniti, distrutti, era riuscito, malgrado le sue condizioni e le nostre difficoltà, a portarci una PACE che non speravamo più di trovare. Il sacerdote è andato dal Signore, e se continua cosi, presto lo seguiremo anche noi. Non sono a casa da 6 giorni, non so quando ho mangiato l’ultima volta, e mi rendo conto della mia inutilità su questa Terra e voglio dedicare il mio ultimo respiro ad aiutare gli altri. Sono felice di essere tornato a Dio mentre sono circondato dalla sofferenza e dalla morte dei miei simili”.

Manuela Petrini: