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Francia, muore 16enne. La sanità spagnola al collasso

Parigi chiude tutto fino al 15 aprile. Madrid messa in ginocchio dal virus

Oggi, la Francia piange una piccola connazionale di 16 anni, la quale è restata vittima di questo nemico invisibile. Nello stesso momento, la vicina Spagna vede la propria sanità al collasso.

Julie, 16 anni

Si chiamava Julie, la giovane francese di appena 16 anni che ha perso la sua battaglia con il coronavirus. “Non avremo mai una risposta”- così chiosa la madre di Julie, 16 anni, la prima minorenne morta in Francia di coronavirus e probabilmente la vittima più giovane del Covid-19. E’ chiaro ormai che nessuno è al sicuro dal virus. Da quando nella consueta conferenza stampa serale, il direttore generale della Sanità Jerome Salomon ha annunciato il decesso dell’adolescente, la Francia è ancora più sotto shock. In poche ore, le notizie trapelate dalla famiglia hanno chiarito che si trattava di una ragazza sanissima, senza altre malattie. E che è morta in poche ore. “Perdere un figlio è qualcosa di insopportabile ma bisogna continuare”, dice Sabine, la madre.

La storia di Julie

Poi racconta qualche particolare delle ultime terribili ore vissute dalla famiglia, che abita nella banlieue di Parigi: “Julie aveva soltanto un po’ di tosse, da una settimana. Aveva preso uno sciroppo, qualcosa a base di erbe, aveva fatto inalazioni”. Poi, sabato aveva cominciato a sentirsi mancare il fiato: “Nulla di clamoroso – racconta la mamma – aveva difficoltà a riprendere respiro”. In seguito attacchi continui di tosse e la visita dalla dottoressa di famiglia che la invita a chiamare l’ospedale. Julie viene ricoverata, la madre rientra a casa ma poco dopo la avvertono che uno scanner ai polmoni della figlia ha rivelato dei problemi: “Nulla di grave“. La notte, però, la ragazza viene colta da insufficienza respiratoria e trasferita d’urgenza all’ospedale pediatrico di Parigi, il Necker, dove la sottopongono al tampone. Entra in rianimazione, la madre va a trovarla e Julie le dice: “Ho male al petto…”. I risultati del tampone sono negativi, la madre torna a casa tranquillizzata. Il giorno dopo, il risultato del primo test viene rettificato: Julie è positiva. I medici, che alla luce del primo annuncio negativo l’avevano curata senza maschere e protezioni, la intubano quando ormai è senza conoscenza. In poche ore il decesso. “Un evento rarissimo a quest’età”, sottolineano i sanitari.

Altri 15 giorni di lockdown

Il primo ministro francese, Edouard Philippe, ha annunciato, al termine del Consiglio dei ministri, la proroga di 15 giorni del confinamento per i francesi. La misura restrittiva sarebbe scaduta, dopo i primi 15 giorni, martedì 31 marzo.

I numeri in Francia

Sono 3.922 i nuovi casi di coronavirus accertati in Francia nelle ultime 24 ore, mentre i decessi sono aumentati di 365 unità. Il totale è ora di 29.155 contagiati e 1.696 morti. Al conto quotidiano dei contagiati da Coronavirus comunicati sui dati dei tamponi positivi, la Francia aggiunge oggi il dato che giunge dalla stima da parte dei medici generici a contatto con i pazienti. Si tratterebbe, per la settimana scorsa, di altri 40.000 contagiati.

Spagna, sanità al collasso

La Spagna è colpita gravemente dal virus. La paura e la psicosi aumentano. Il grido di allarme arriva da una religiosa: “ La situazione a Madrid è terribile. Noi credevamo che il nostro sistema sanitario fosse il migliore del mondo, adesso è invece al collasso totale. I nostri governanti non credevano quanto fosse importante e le conseguenze di questo virus. Siamo arrivati tardi”. Lo ha detto suor Luisa Lopez Leon Santiago della congregazione ‘Figlie di Santa Maria della Provvidenza, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando la situazione d’emergenza per il coronavirus che ha coinvolto anche la Spagna. “Il popolo spagnolo – ha aggiunto la sorella – è un popolo con tantissimi difetti e una grande virtù: la solidarietà. E’ impressionante. Dalle persone che creano qualcosa in casa propria alle persone che hanno più soldi, che danno i miliardi per aiutare il governo e gli ospedali. Anche alcuni alberghi hanno donato le loro stanze per i malati. Una cosa molto bella e per questo mi sento molto consolata”. “Noi siamo in isolamento in Spagna – ha proseguito suor Luisa – siamo arrivati un po’ più in ritardo e la situazione adesso è molto molto grave. In casa nostra abbiamo un centro per disabili. Abbiamo 8 disabili che non hanno potuto andare a casa. Quelli che potevamo li abbiamo fatti tornare a casa e adesso siamo in un’isola di protezione. Tantissima gente però è a casa in condizioni molto preoccupanti, soprattutto quando la famiglia non vive nel benessere. Oggi le notizie riportano che sono calati i contagi. E questo ci fa respirare un po’”

I numeri in Spagna

I Spagna, i casi continuano a crescere e oggi sono quasi diecimila in più di ieri: da 47.610 di ieri a 56.188. Aumentano anche le vittime, da 3.434 a 4.089, e il ministro della Sanità Salvador Illa avverte che potrebbe avvicinarsi al “picco della curva”, il che significherebbe che sta per iniziare una fase di stabilizzazione della pandemia. Contraccolpo invece sul fronte dei tamponi, che la Spagna voleva fare a tappeto per individuare gli asintomatici. Ne aveva ordinati 5 milioni. Ma i test rapidi comprati dal ministero dello Salute spagnolo in Cina – 640mila – sono stati bollati dai laboratori di microbiologia come “imprecisi” e malfunzionanti perché “danno molti falsi negativi”

 

 

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