Tutti i riflettori puntati sulla fase due. C’è grande dibattito nelle aule parlamentari e fuori da queste su quale comportamento bisognerà tenere lungo la fase due. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, durante la consueta conferenza stampa, ha lanciato un monito: non è finita, bisogna guardare l’indice Rt.
Il commento dell’ISS sull’indice di contagiosità
Il tasso di contagiosità del nuovo coronavirus Rt è sotto 1 in tutte le Regioni, ha spiegato Brusaferro. “La curva dell’epidemia di Covid-19 continua sostanzialmente a decrescere nel numero di sintomatici e dei casi in tutte le regioni. Rt in tutte le Regioni è sotto l’1, anche considerato il range con le ipotesi più pessimistiche. Questo è un dato molto positivo ed è la conseguenza delle misure e dell’adesione dei cittadini, considerando che i casi che abbiamo ogni giorno sono solo la punta dell’iceberg”. Secondo le ultime stime, la curva epidemica registra una discesa insieme ad un calo nel numero dei sintomatici.
Brusaferro contro le fake news sul contagio
Brusaferro è intervenuto anche in merito alle informazioni discordanti dalla realtà che in questi ultimi giorni si sono diffuse sul web. In particolare, il presidente dell’ISS ha fatto riferimento alla fake news sulla non contagiosità del virus per gli immigrati. Bufala sesquipedale secondo Brusaferro che ha specificato come la curva epidemica sia analoga negli italiani e negli individui di nazionalità straniera, tra i quali sono stati rilevati 6.395 positivi. “Ma i casi sono partiti con uno sfalsamento di 2-3 settimane”, ha concluso.
Attenzione alla riapertura
Brusaferro ha anche parlato dei modelli sviluppati dall’Iss per modulare le riaperture. “La logica del documento epidemiologico elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) con la Fondazione Bruno Kessler è riaprire il Paese cercando di capire quale variabile ha più peso nella diffusione del virus”, stiamo parlando di “uno studio nazionale che dovrà essere modulato sui dati regionali ed è focalizzato alla riapertura”, ha aggiunto, e i “modelli dovranno essere aggiornati periodicamente e tarati sulle realtà regionali”.
La riduzione delle zone rosse
Si è ridotto in questi giorni il numero delle zone rosse: sono 74 comuni in 7 regioni. Ciò è segno della capacità di individuare precocemente focolai e limitarli, secondo il Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità.