A oggi, secondo quanto riporta la Protezione Civile, il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus è di 203.591, con un incremento rispetto a ieri di 2.086 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 104.657, con un calo di 548 assistiti rispetto a ieri. Tra gli attualmente positivi 1.795 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 68 pazienti rispetto a ieri; 19.210 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 513 pazienti rispetto a ieri, 83.652 persone sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Rispetto a ieri i deceduti sono 323 e portano il totale a 27.682. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 71.252, con un incremento di 2.311 persone rispetto a ieri.
I numeri nelle Regioni
Dai dati della Protezione civile emerge che sono 36.122 i malati in Lombardia (378 in più rispetto a ieri), 11.862 in Emilia-Romagna (-141), 15.521 in Piemonte (+15), 8.369 in Veneto (-232), 5.663 in Toscana (-233),3.576 in Liguria (+5), 3.347 nelle Marche (+13), 4.535 nel Lazio (-27), 2.782 in Campania (-20), 1.463 nella Provincia di Trento (-102), 2.927 in Puglia (+8), 1.227 in Friuli Venezia Giulia(-12), 2.145 in Sicilia (+2), 1.976 in Abruzzo (-14), 845 nellaprovincia di Bolzano (-65), 261 in Umbria (-14), 761 in Sardegna (-11), 753 in Calabria (-11), 135 in Valle d’Aosta (-74), 194 in Basilicata (-11), 193 in Molise (-2). Quanto allevittime, se ne registrano 13.679 in Lombardia (+104), 3.512 in Emilia-Romagna (+40), 3.003 in Piemonte (+67), 1.437 in Veneto (+29), 827 in Toscana (+16), 1.152 in Liguria (+11), 899 nelle Marche (+6), 431 nel Lazio (+17), 359 in Campania (+1), 416 nella provincia di Trento (+4), 410 in Puglia (+3), 285 in Friuli Venezia Giulia(+7), 232 in Sicilia (+0), 315 in Abruzzo (+5), 274 nella provincia di Bolzano (+2), 66 in Umbria (+1), 116 in Sardegna (+7), 86 in Calabria (+1), 137 in Valle d’Aosta (+2), 25 in Basilicata (+0), 21 in Molise (+0). Ad oggi sono stati effettuati 1.910.761 tamponi che hanno riguardato complessivamente 1.313.460 persone. L’incremento del numero dei tamponi rispetto a ieri è di 63.827.
Scrontro governo-Regioni
Prima della conference call con il governo, i presidenti di Regione del centrodestra si sono sentiti e hanno concordato una linea unitaria: la richiesta all’esecutivo è quella di evitare rigidità e tempi lunghi, di consentire le riaperture nella fase 2, sempre nel rispetto dei criteri di sicurezza sanitaria. Di lasciare ai governatori la possibilità, seppure all’interno di una cornice di linee guida a livello nazionale, di muoversi a seconda delle situazioni territoriali. Il confronto con il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia ha avuto anche momenti di tensione, perchè l’esecutivo non ha escluso la possibilità di impugnare ordinanze che vadano nella direzione di una maggiore libertà di movimento.
Le ordinanze
“Le ordinanze – ha spiegato il ministro – devono essere coerenti con il Dpcm, altrimenti invio una diffida”. Lo strumento possibile è quello dell’impugnativa al Tar. Boccia avrebbe fatto l’esempio della Germania dove con l’allentamento della stretta si è registrata una nuova ondata della pandemia e ha ribadito – secondo quanto viene riferito – la possibilità di ‘differenziare’ a livello territoriale le decisioni ma solo dal 18 maggio e soltanto se i dati sul contagio lo permetteranno. Contagi giù uguale più aperture e viceversa, il ‘refrain’. Sulla linea delle ‘differenzazioni’ anche molti governatori del centrosinistra.
Il dialogo con le autorità sanitarie
Presenti alla riunione anche il commissario della protezione civile Borrelli e il commissario straordinario per l’emergenza Arcuri. Il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha difeso le ordinanze locali. Il presidente della Liguria Giovanni Toti ha rimarcato la necessità che le Regioni tornino ad avere voce in capitolo. Sulla stessa lunghezza d’onda i governatori di Friuli Venezia Giulia e del Veneto, Fedriga e Zaia. Boccia avrebbe sottolineato che la competenza delle Regioni nella gestione sanitaria non è mai stata in discussione, ma “non sono possibili – questo il ragionamento – fughe in avanti”. Da qui l’invito a non tirare la corda e a non spaccare il fronte delle Regioni. “Occorre il ragionamento del responsabile degli Affari regionali – dare un segnale di unità all’esterno. Occorre responsabilità”. Inoltre, Boccia ha comunicato che dal 3 maggio saranno operativi gli operatori socio sanitari nelle rsa e nelle carceri, che la Protezione civile sta definendo altri bandi di reclutamento, che si sta lavorando per la creazione di una task force di assistenti civici volontari supporteranno la protezione civile nella fase 2. Le Regioni ora si confronteranno con il ministro della Salute Speranza.