Il divieto di aggregazione lo aveva quasi escluso aprioristicamente. Certo è che rinunciare al Palio di Siena sarà dura, e non solo per i senesi. Niente carriera, né a luglio né ad agosto, per decisione unanime emersa dalla riunione fra il sindaco Luigi De Mossi, di questore, prefetto e dei vertici delle diciassette contrade, andata in scena nel Palazzo Comunale, giusto a Piazza del Campo. Come per le Olimpiadi, l’annullamento del Palio è qualcosa che non accadeva dai tempi della guerra. E per i contradaioli, quindi per tutta la città di Siena, significa rinunciare a un appuntamento con la storia della propria città, che affonda le radici addirittura nel XIII secolo. Niente corsa, niente festa, niente mossa e probabilmente nemmeno la leggendaria Processione dei Ceri e dei Censi. Nessuno squillo di tromba, nessun giro di piazza né tributi per la contrada vincente. Una decisione per certi versi storica (anche se non mancano i precedenti) perché il Palio di Siena non è solo una rievocazione della Siena del passato, ma un vero e proprio tuffo nelle proprie origini. Come se, per qualche ora, i senesi divenissero non più semplici cittadini ma un’incarnazione vivente della propria città.
Una decisione sofferta
“La nostra e’ stata una decisione molto sofferta – ha spiegato il sindaco De Mossi – presa all’unanimità perché in queste condizioni è difficile organizzare la nostra festa, che è una festa di popolo. La nostra decisione verrà portata in consiglio comunale per la decisione finale. Direi che sarà un passaggio praticamente formale. C’e’ stata la massima condivisione ma anche il massimo dispiacere. Purtroppo il controllo del distanziamento delle persone negli accessi alla piazza diventa impossibile. Abbiano provato fino in fondo a tenere la partita aperta. Una decisione andava presa, dando delle certezze”.
Una crisi comune
Che non sarebbe stata un’estate come le altre lo si era capito da tempo. Non ci saranno gli Europei di calcio né le Olimpiadi, e a questo ci si era ormai abituati. Ma sapere che nemmeno il Palio di Siena verrà disputato, con tutte le sue connotazioni storiche e religiose in grado davvero di sintonizzare tutto il Paese su Piazza del Campo, è qualcosa che certifica in modo definitivo la crisi che il Covid-19 ha portato al nostro Paese. Come agli altri del resto.