Così la Sicilia si prepara a lottare contro il Coronavirus

Logo Interris - Così la Sicilia si prepara a lottare contro il Coronavirus

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Così la Sicilia si prepara a lottare contro il Coronavirus

Sarebbero 40mila i cittadini rientrati in Sicilia. “Non siamo carne da macello” dice il governatore Musumeci. Mentre il sindaco di Messina va a fermare di persona i rientri. Nelle stesse ore, la vicenda di Villafrati accende l’attenzione sugli anziani, esposti al Coronavirus. La Sicilia chiede aiuto allo Stato e Palermo si prepara alla diffusione del Covid-19 come racconta a Interris.it l’assessore alla Cittadinanza solidale del Comune di Palermo, Giuseppe Mattina.

Come è la situazione da Coronavirus in Sicilia?
“In questo momento a parte alcuni focolai, la situazione è abbastanza gestibile perchè i numeri per fortuna sono ancora molto bassi. Ci sono una serie di focolai in alcune città legati a strutture di tipo residenziali dove si è registrato un primo caso e poi il contagio si è diffuso rapidamente”.

E’ il caso della casa di riposo di Villafrati?
“Si, in questo piccolo comune in provincia di Palermo si sono registrati più di 60 contagiati, perché è stata contagiata praticamente tutta la casa di riposo”.

Come stanno rispondendo i cittadini alle misure del governo?
“I cittadini di Palermo stanno rispondendo molto bene alle richieste che vanno dello stare a casa all’evitare ogni tipo di contatto sociale. Le strade sono deserte. Le persone hanno compreso che l’unico modo per evitare la diffusione del virus è quello di rimanere a casa”.

Lei è assessore alle attività sociali, questi servizi sono assicurati anche durante l’emergenza?
“Stiamo provando a sostenere tutte le persone che si trovano in difficoltà come le famiglie che hanno perso l’unica fonte di reddito che avevano, qualsiasi essa sia. Abbiamo attivato un servizio di sostegno 24 ore su 24 anche per aiutare a fare la spesa le fasce più deboli della popolazione. Inoltre, abbiamo previsto delle forme di sostegno per gli anziani e le persone con disabilità che sono a casa. Vanno avanti e sono stati potenziati i progetti di accompagnamento. Sono duplicati i numeri dell’accoglienza per i non aventi fissa dimora. In queste ore stiamo aprendo nuove strutture per avere la disponibilità di altri 70 posti. Qui faremo anche le visite mediche”.

Le immagini da Messina preoccupano, tanto che il sindaco dice che i controlli dello Stato non stanno funzionando. La politica siciliana sta prendendo dei provvedimenti?
“Il presidente della Regione ha fatto ordinanze ancora più restrittive rispetto quello nazionali. Nella sanità soffriamo un ritardo storico che riguarda lo sviluppo complessivo. Ma ora il governo regionale come anche i comuni stanno facendo di tutto per creare nuovi posti negli ospedali e per garantire a tutti la massima sicurezza. Per quanto riguarda Messina, nelle scorse settimane le persone scese dal nord non hanno assolutamente seguito le procedure di sicurezza. Questo ha causato i primi focolai. Quelle persone invece di mettersi in quarantena, hanno deciso di fare altro. La rigidità del sindaco di Messina vuole essere da sprono per affermare la necessità di rispettare le norme”.

 

In Sicilia e a Palermo, il sistema sanitario ha preso delle accortezze particolari?
“L’aspetto sanitario è competenza della regione. Ma in queste settimane sono stati fatti sforzi notevoli per creare ospedali con strutture specifiche, aumentare i posti di terapia intensiva come sono stati presi provvedimenti per il sostegno dei medici che si recano a lavoro. Le difficoltà sono quelle che si registrano anche al nord: carenza di personale, mancanza di presidi sanitari. Da più di un mese l’assessore alla sanità, in concerto con la Protezione Civile, sta facendo di tutto per potenziare le strutture e i servizi. Il lavoro fatto in questo mese è enorme, ognuno sta facendo la sua parte per prevenire il diffondersi del Coronavirus. Dobbiamo lavorare tutti insieme”.

La vicenda di Villafrati ha destato particolare preoccupazione?
“Il comune è diventato zona rossa. Con questo altri due sono stati dichiarati zona rossa. Nessuno può entrare come nessuno può uscire . Ci sono stati focolai importanti dovuti alle strutture residenziali e alla leggerezza di chi, sceso dal nord, non si è messo in quarantena”.

Vi sentite sostenuti da Roma?
“Personalmente ritengo che le misure adottate sono corrette. Il governo sta facendo di tutto. Ma la cosa fondamentale è prendere delle decisioni che riguardano il sostegno ai Comuni a livello finanziario e di semplificazione burocratica, perché, altrimenti, i comuni andranno tutti in default. Ricordo che le amministrazioni comunali hanno sospeso il pagamento di alcune imposte. Ma l’esecutivo, sono sicuro, emanerà dei decreti di sostegno”.

Gianpaolo Plini: