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Cosenza, cittadini in piazza contro Dpcm e gestione sanitaria

Il corteo cosentino ha bloccato lo svincolo autostradale ma non ci sarebbero incidenti. Il sindaco: "Fascia rossa ingiusta"

Un migliaio di persone sono scese in strada a Cosenza, dove ha preso forma una manifestazione di dissenso contro le normative contenute nel nuovo Dpcm. Nel quale, di fatto, per la Calabria è stato disposto un lockdown simile a quello della scorsa primavera. Una disposizione che ha scontentato le autorità calabresi e, a quanto sembra, anche i cittadini di Cosenza, che hanno organizzato un corteo contro la misura della zona rossa. Tensione piuttosto alta ma contenuta per le strade cosentine, dove sono stati esposti striscioni contro la classe politica ma anche contro la gestione della sanità calabrese. Le richieste dei manifestanti, infatti, oltre a concentrarsi sul ritiro del Dpcm, vertono anche sul rinnovamento della gestione sanitaria dell’intera regione.

La manifestazione a Cosenza

Il corteo si è diramato nei pressi dello svincolo autostradale, chiuso sia in entrata che in uscita. A ogni modo, nonostante la massiccia partecipazione, la manifestazione starebbe proseguendo senza particolari disagi o incidenti. Le Forze dell’ordine stanno accompagnando i dimostranti, discutendo con gli organizzatori per cercare di contenere la situazione ed evitare problemi. In strada, soprattutto gli operatori dei settori più colpiti dai provvedimenti, che hanno mosso critiche nei confronti del governo per il danno economico che si ritroveranno ad affrontare.

Il sindaco: “Zona rossa, un’ingiustizia”

In mattinata, in contemporanea alle dichiarazioni del governatore facente funzioni, Nino Spirlì, si era espresso anche il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, secondo il quale “chiudere tutto è la cosa più semplice per affrontare l’emergenza, ma non la soluzione del problema”. La zona rossa per la Calabria, secondo il primo cittadino, “è una grave ingiustizia”. Anzi, per Occhiuto “sembra più un provvedimento frutto di motivazioni politiche e punitive che non di oggettive misure precauzionali. Ma per colpa di chi poi? Se a gestire la sanità calabrese negli ultimi 10 anni sono stati i governi nazionali? Il dato vero è che in Calabria si governerà pure male, ma a Roma peggio che peggio”.

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