Annunciata, raggiunta e superata nel giro di alcune ore la soglia del milione. A tanto si è spinta la pandemia da coronavirus che, in circa otto mesi, ha colpito più di 33 milioni di persone nel mondo, uccidendone 1.000.555, secondo i dati della Johns Hopkins University. Una cifra abnorme, che racconta di una tragedia di proporzioni storiche che, ancora oggi, continua a far paura al mondo intero. Nessuna terra emersa è stata risparmiata, a eccezione del disabitato Antartide. Tutte colpite, tutte ferite, chi più chi meno, da un’ondata pandemica inattesa che ci ha accomunati tutti. Nella sofferenza e nel tentativo comune di farvi fronte.
Il coronavirus nel mondo
Non ci sono drammi isolati. Il coronavirus è una sfida comune che, in alcuni Paesi, sta creando situazioni estremamente tragiche. Gli Stati Uniti restano lo Stato più colpito, con oltre 205 mila decessi e circa 7,15 milioni di contagi. Ma anche l’India, con oltre 6 milioni di contagi, e il Brasile, con quasi 5 milioni, sperimentano ogni giorno il confronto faccia a faccia con la tragedia. Secondo i dati forniti dalla Johns Hopkins, il Covid-19 ha toccato 33.273.720 persone da quando ha iniziato a imperversare sul globo. La Cnn fa qualche raffronto: il coronavirus, in proporzione, ha causato il quadruplo delle vittime dello tsunami del Sud-Est Asiatico del 2004. E circa 335 volte il numero di coloro che morirono negli attacchi dell’11 settembre.
Una prova comune
Numeri che danno il peso dell’emergenza. E che, soprattutto, spingono a una riflessione profonda su quali settori della nostra società vadano rivisti. Su quali siano le disuguaglianze nel mondo sulle quali intervenire, anche nei contesti a noi più prossimi. La pandemia non è solo questione di numeri: ci sono storie, dolore, sacche di sofferenza aggravate dall’emergenza sanitaria. La sfida, per questo, non è solo far fronte al Covid-19 da un punto di vista esclusivamente medico, ma anche capire se, davvero, la Terra sarà in grado di comprendere il senso comune della prova di solidarietà reciproca che è chiamata ad affrontare. O se, invece, la forbice dei dimenticati andrà ad allargarsi ulteriormente.