Coronavirus, si punta alle riaperture in due step

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“Dobbiamo stare molto attenti alla fase 2: se sbagliamo i tempi torniamo in lockdown e ricominciamo da capo”. Parole che trasudano prudenza quelle del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenuto in serata a Porta a Porta sull’abbassamento della curva dei contagi. Un segnale incoraggiante ma, al momento, non sufficiente per pensare con concretezza alla fase due.

Ipotizzarla magari, provare a metterla insieme, come emerso dall’incontro fra il premier Conte e i tecnici, ma guai a pensare di venirne fuori troppo in fretta: “Sta calando un po’ la curva ma non dobbiamo cominciare a considerare quelle regole di contenimento facoltative”. Un appello ai cittadini “di comportarsi con massima responsabilità in questa fase, restando a casa e rispettando le regole che salvano la vita”.

La “Fase 2”

A ogni modo, la traccia di una “Fase 2” viene fornita, sulla base di due step: il primo, che partirebbe dopo Pasquetta, riguarderebbe una prima parziale riapertura delle attività produttive mentre il secondo, dopo il 4 maggio, una sorta di riprogrammazione, che vedrebbe le misure riviste per consentire uscite e spostamenti. Ipotesi formulate nell’ottica della scadenza del Dpcm, al quale seguirà il famigerato nuovo decreto che andrà, con ogni probabilità, a definire il rush per uscire dalla fase di emergenza e iniziare la risalita.

Che sarà lenta, come concordano sia il Centro studi di Confindustria che l’Istituto di statistica che, addirittura, ha posto la crisi portata dal rallentamento delle attività produttive su un piano potenzialmente peggiore di quella del 2008. Tant’è vero che, nonostante la riunione fra premier e tecnici, non c’è nessuna data sul tavolo. Anzi, solo un nuovo invito a “gradualità e prudenza” nelle riaperture.

“Finalmente – aveva detto il direttore delle malattie infettive dell’Iss, Giovanni Rezza – sembra si inizi a vedere una diminuzione di nuovi casi: dopo una Fase di plateau, sembra esserci una discesa, la curva tende a flettere in basso. Ma aspettiamo domani o dopodomani prima di tirare un sospiro di sollievo”.

DM: