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Coronavirus, Portogallo: scattano lo stato d’emergenza e il coprifuoco

Contagi in calo, ma aumenta il numero dei morti. Il premier: "Non potremo affrontare senza dolore questa pandemia"

L’Europa continua a far muro al Covid-19. Questa volta anche il Portogallo, per far fronte all’aumento dei casi di coronavirus, ha messo in atto il coprifuoco per la maggior parte della sua popolazione. Un provvedimento ritenuto “catastrofico” da ristoratori e commercianti. Durerà due settimane e sarà applicato su circa il 70 per cento del territorio nazionale

Le parole del premier

“Non potremo affrontare senza dolore questa pandemia”, ha ammesso il premier socialista Antonio Costa. “Queste misure sono una scelta difficile per noi, ma sono necessarie per controllare l’epidemia senza dichiarare un confinamento generale”. Intanto il bilancio giornaliero ieri per la prima volta ha superato la soglia dei 60 morti.

Il numero di nuovi contagi, che era triplicato in meno di un mese fino a raggiungere 6.000 casi sabato, è sceso a circa 4.000. Per questo, da questa notte 7,1 milioni di portoghesi residenti nei 121 comuni considerati “ad alto rischio” per la prima volta sono stati soggetti al coprifuoco in vigore dalle 23:00 alle 5:00.

Come si è evoluta la situazione in Portogallo

In Portogallo i primi casi di Covid-19 sono stati rilevati il 2 marzo. Per qualche settimana in Europa si è parlato di miracolo portoghese perché i contagi non erano affatto numerosi.  Oggi il bilancio totale è di oltre 166.000 casi e 2.792 morti. Si tratta del quarto stato di emergenza da quando il Coronavirus ha cominciato presentarsi sempre con maggiore prepotenza. Prima di quest’anno non vi si era mai fatto ricorso a misure simili da quando vige la democrazia in Portogallo.

Cosa cambia rispetto alla scorsa primavera

Lo stato di emergenza consente di sospendere l’esercizio di alcuni diritti, libertà e garanzie che devono però essere specificati con estrema chiarezza. A differenza delle altre volte, questo stato di emergenza non prevede il confinamento obbligatorio. Ma consente nuovamente le restrizioni nel settore dei viaggi. E prevede anche l’obbligatorietà di test diagnostici per poter accedere a determinate zone.
I mezzi e le istituzioni dei settori privato, sociale e cooperativo possono essere utilizzati dalle autorità pubbliche per il trattamento di pazienti con Covid-19. Ma anche per altre patologie. “Preferibilmente previo accordo” e “attraverso un equo compenso”.

 

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