Da due mesi l’Italia è in lockdown e da qualche giorno è cominciata gradualmente la ripartenza. Ma questo tempo come ha inciso sui cittadini?
Lo studio sulla fiducia
La pandemia ha inferto un duro colpo alla fiducia degli italiani. Già a fine febbraio, gli indicatori vacillavano per poi crollare nei due mesi successivi. Non solo tale andamento viene certificato in Europa e dai principali istituti di ricerca, ma emerge anche dal “social mood” dell’economia, ossia da un’analisi sui tweet giornalieri fatta dall’Istat. Il peggioramento sulle prospettive personali e dell’economia è stato repentino negli ultimi due mesi anche se da fine aprile, segnala l’Istat, sono stati rilevati “marginali segnali di inversione” pur insufficienti ad invertire per ora il trend. Ed è il marcato uno dei principali elementi di preoccupazione perché rappresenta da solo una mancata spinta ai consumi, e alla ripartenza del Paese. Gli ultimi dati ci dicono che non è un problema solo italiano: anche la Francia, in Europa, è assieme a noi il Paese dove si registra il calo più marcato dell’indice di fiducia dei consumatori europei. Quello rilevato da GfK in 28 stati dell’Unione Europea, si assestava a 13,6 punti a marzo 2020, ai minimi dal 2016 e quindi con un calo di 20 punti. Secondo GfK l’Europa sta affrontando la minaccia di una delle più pesanti recessioni della storia recente e i Paesi più negativi sono quelli dove il Coronavirus si è diffuso prima e ha fatto registrare le perdite maggiori, come l’Italia (-43 punti) e la Francia (-29 punti).
Il trend nei mesi dell’epidemia
Ad aprile è stato registrato il crollo senza precedenti del clima di fiducia economico in Europa registrato dalla Commissione Ue. L’Economic Sentiment Indicator (Esi) ha mostrato una caduta pari a 28,8 punti nell’area euro, a quota 65,8 punti, che secondo gli esperti di Bruxelles, rappresenta il calo mensile più marcato mai registrato (da inizio indagine, nel 1985) e in prossimità del minimo storico toccato durante la recessione del 2009, seguita alla crisi finanziaria del 2007-2008. L’Istat, nella sua ultima nota sull’andamento dell’economia italiana, sostiene che ad aprile, l’indice del social mood sull’economia ha mostrato un ulteriore peggioramento delle percezioni giornaliere sull’andamento dell’economia, con marginali segnali di inversione di tendenza a fine mese. Il trend negativo si era avviato dal 18 febbraio scorso, e una prima attenuazione si è manifestata solo alla fine di aprile quando l’orizzonte della fine del lockdown era più vicino. L’indice di fiducia era già calato a febbraio, prima del lockdown. Quello di fiducia dei consumatori era passato da 111,8 a 111,4 mentre quello delle imprese era in aumento (da 99,2 a 99,8). Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori erano in flessione, seppur con intensità diverse.
I dettagli
Più in dettaglio, il clima economico, il clima personale e il clima corrente registravano un lieve calo (da 123,8 a 123,4, da 108,4 a 107,8 e da 110,7 a 110,6, rispettivamente) mentre il clima futuro faceva subire una diminuzione più marcata (da 114,6 a 112,7). La pandemia ha poi peggiorato, e di molto, le cose: a marzo la fiducia è crollata per effetto dell’emergenza coronavirus. L’indice del clima di fiducia dei consumatori è sceso da 110,9 a 101,0 mentre quello composito del clima di fiducia delle imprese è passato da 97,8 a 81,7. “L’emergenza sanitaria e le conseguenti misure di contenimento adottate dal Governo per limitare il contagio hanno pesantemente influenzato il clima di fiducia degli operatori economici” commentava l’Istituto di statistica spiegando che la rilevazione dei dati era stata effettuata tra il 2 e il 13 marzo 2020. Gli indici “nel mese di marzo raggiungono livelli particolarmente bassi sia per le imprese sia per i consumatori, portandosi sui valori registrati, rispettivamente, a giugno 2013 e gennaio 2015”. Ad aprile, la rilevazione non c’è proprio stata “a seguito delle difficoltà operative legate all’emergenza Covid-19”.